Al 31 agosto, secondo i dati messi a disposizione dal ministero della Giustizia, risultano quasi 7000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Siamo giunti a 57.393 per un totale di 50.501 posti disponibili. Dando uno sguardo più generale, su 190 istituti penitenziari, 138 ne risultano sovraffollati. Altro dato, questa volta positivo, è l’aumento dei posti disponibili di 299 unità in più rispetto al mese precedente. Ma, nonostante ciò, viene confermato il trend dell’aumento della popolazione carceraria. Il numero del sovraffollamento risulterebbe maggiore se venisse preso in considerazione l’esistenza di celle ancora inagibili. Situazione ben documentata dal rapporto annuale del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale Mauro Palma: ovvero l’alto numero di camere o sezioni fuori uso, per inagibilità o per lavori in corso, che alla data del 23 febbraio scorso erano pari al 9,5 per cento. Cioè parliamo di circa 4.700 posti ancora non disponibili. Il sovraffollamento è in aumento se viene considerato che solo 10 mesi fa erano duemila detenuti in meno. Due anni e mezzo fa erano 5 mila in meno. Maglia nera anche per quanto riguarda la presenza dei bambini in carcere. Nonostante l’istituzione della nuova Icam campana di Lauro e la casa famiglia protetta “Casa di Leda” che si trova a Roma, al 31 agosto risultano ancora 60 bambini che vivono dietro le sbarre con le madri detenute Sempre secondo gli ultimi dati relativi a fine agosto, risulta un lieve calo dell’utilizzo delle misure alternative, lavoro di pubblica utilità, misure di sicurezza, sanzioni sostitutive e messa alla prova. Rispetto al mese precedente, risultano 369 riscorsi alle misure alternative in meno. Nello specifico risulta 13.974 ricorsi all’affidamento in prova al servizio sociale, 798 misure di semilibertà, 10.372 misure di detenzione domiciliare, 10.111 in messa alla prova, 7.139 misure di lavoro di pubblica utilità, 3.797 di libertà vigilata, 164 in libertà controllata e 6 misure di semidetenzione. Per quanto riguarda il numero dei reclusi negli istituti penitenziari per minorenni ( Ipm), il dipartimento per la giustizia minorile e di comunità ha elaborato un dettagliato documento a parte e riguarda l’aggiornamento effettuato a metà agosto. Gli Ipm sono concepiti strutturalmente in modo da fornire risposte adeguate alla particolarità della giovane utenza ed alle esigenze connesse all’esecuzione dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria; l’attività trattamentale è svolta da un’équipe multidisciplinare, in cui è presente un operatore socio- educativo di riferimento stabile appartenente all’amministrazione; le attività formative, professionali, culturali e di animazione sono effettuate in collaborazione con operatori di altri enti e avvalendosi di associazioni del privato sociale e del volontariato; negli Ipm è presente personale del corpo di polizia penitenziaria adeguatamente formato al rapporto con l’adolescenza. Bisogna ben specificare che ai minorenni che hanno commesso dei reati non viene utilizzata esclusivamente l’opzione detentiva. Anzi, risulta residuale. Come viene spiegato nel documento redatto dal dipartimento, la maggior parte dei minori autori di reato è sottoposto a misure da eseguire in area penale esterna; la detenzione, infatti, assume per i minorenni carattere di residualità, per lasciare spazio a percorsi e risposte alternativi sempre a carattere penale. Negli ultimi anni si sta assistendo a una sempre maggiore applicazione del collocamento in comunità, non solo quale misura cautelare, ma anche nell’ambito di altri provvedimenti giudiziari, per la sua capacità di contemperare le esigenze educative con quelle contenitive di controllo. L’utenza dei Servizi minorili è prevalentemente maschile; le ragazze sono soprattutto di nazionalità straniera e provengono dai Paesi dell’area dell’ex Jugoslavia e dalla Romania. La presenza degli stranieri è maggiormente evidente nei Servizi residenziali; i dati sulle provenienze evidenziano che negli ultimi anni alle nazionalità tipiche della criminalità minorile, quali il Marocco, la Romania, l’Albania e i Paesi dell’ex Jugoslavia, tutt’ora prevalenti, si sono affiancate altre nazionalità, singolarmente poco rilevanti in termini numerici, ma che hanno contribuito a rendere multietnico e più complesso il quadro complessivo dell’utenza. Con riferimento all’età, se negli ultimi anni si era già osservata una maggiore presenza di “giovani adulti”, con l’entrata in vigore del decreto legge 26 giugno 2014, convertito con modificazioni in legge l’ 11 agosto 2014, il loro numero ha acquisito un’importanza ancora crescente, soprattutto in termini di presenza negli Istituti penali per i minorenni. La criminalità minorile è connotata dalla prevalenza dei reati contro il patrimonio e, in particolare, dei reati di furto e rapina. Frequenti sono anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti, mentre tra i reati contro la persona prevalgono le lesioni personali volontarie. Al 15 agosto, risultano reclusi negli istituti penitenziari per minorenni 667 ragazzi e ragazze. I maggiori di 18 anni sono 241. |