Sedici anni dopo sta emergendo una verità negata su quello che sembrava un “delitto di paese”. In base alla perizia del medico legale firmata da Cristina Cattaneo e consegnata nei giorni scorsi alla procura di Cassino, le lesioni al capo di Serena Mollicone, una ragazza di 19 anni di Arce (Forsinone) uccisa nel settembre del 2001, sarebbero “compatibili” con l’urto su una porta sequestrata in un alloggio della locale caserma dei carabinieri, ma la morte della ragazza sarebbe stata provocata successivamente da una asfissia causata dalla “chiusura delle vie aeree con del nastro adesivo (possibilmente anche insieme al sacchetto di plastica intorno al capo)”. Per la morte di Serena Mollicone gli unici indagati, con le ipotesi di omicidio volontario e occultamento di cadavere, sono l’ex maresciallo dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, la moglie e il figlio. Serena Mollicone, potrebbe dunque essere stata uccisa ad Arce nella caserma .dei Carabinieri per aver denunciato lo spaccio di droga che vedeva coinvolto il figlio del Maresciallo Franco Mottola. Proprio sul comportamento dei Carabinieri locali si sono concentrati i dubbi di una puntata di “Chi l’ha visto” di alcuni mesi fa che aveva messo in evidenza le incongruenze tra quanto raccontato nel corso di questi anni, anche tramite depistaggi e false accuse che avevano coinvolto anche il papà di Serena, e la realtà che ha visto un muro di omertà alzarsi attorno alla morte della ragazza. I rilevamenti sul corpo di Serena, pur a molti anni di distanza, sembrano combaciare con la possibilità che la ragazza sia stata uccisa nella caserma, così come appare evidente dalla ricostruzione che adesso viene ritenuta la più plausibile per trovare finalmente la verità sul delitto di Serena Mollicone. |