Il 9 dicembre un detenuto di 36 anni era stato trovato impiccato alle sbarre della propria cella. La procura dispone l’autopsia e apre un fascicolo per omicidio colposo. Vuole vederci chiaro la procura di Terni – l’indagine è condotta dal pm Marco Stramaglia – sulla morte del detenuto 36enne di origine magrebina che lo scorso 9 dicembre si è impiccato legando una coperta alla finestra della propria cella. Soccorso in condizioni disperate, l’uomo era morto poche ore dopo nel reparto di rianimazione del Santa Maria di Terni. Indagati Oltre a disporre l’autopsia sulla salma del 36enne, eseguita nella giornata di mercoledì a Roma dal medico legale Luigi Cipolloni che ora avrà 60 giorni di tempo per depositare le risultanze, l’autorità giudiziaria ha infatti indagato quattro persone per l’ipotesi di omicidio colposo. Un atto dovuto in questa fase delle indagini, che ha riguardato comunque due agenti della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Terni, un medico ed un’infermiera della Usl, anche quest’ultimi operativi presso la struttura detentiva di vocabolo Sabbione. Fra i difensori dei quattro figurano gli avvocati Massimo Carignani, Giuseppe Sforza e Francesco Mattiangeli. Obiettivo della procura è capire chiaramente – come riportato nell’atto che dispone l’esame autoptico – quali siano le cause, i mezzi e l’epoca della morte e se le tracce siano ricollegabili alla condotta suicidaria o facciano ipotizzare altre cause. Il detenuto, la cui morte aveva portato a diverse prese di posizione, anche da parte dei sindacati della Polizia penitenziaria, pochi giorni prima di togliersi la vita – era metà novembre – si era reso protagonista di un grave episodio in carcere, quando aveva aggredito quattro agenti, causando la frattura del setto nasale ad uno di loro. Un suicidio strano, come denunciato subito da Giulio Petrilli del comitato per il risarcimento da ingiusta detenzione a tutti gli assolti, che a fronte della richiesta di sciogliere qualsiasi dubbio su di esso il sindacato degli agenti penintenziari Osapp e la Uil penitenziari nazionale hanno dichiarato l’intenzione a denunciare Petrilli per diffamazione a mezzo stampa. Ora la presa di posizione della procura di Terni per accertare la verita’ non fa che confermare quello richiesto da Giulio Petrilli subito dopo il tragico evento! |