Il caso Lonzi è archiviato. Questa è la vergognosa decisione della Procura di Livorno e del Pm Giaconi circa la morte di Marcello Lonzi nel carcere delle Sughere di Livorno nell'ormai lontano luglio 2003. La notizia ha iniziato a circolare già da questa mattina quando i giornalisti hanno chiamato la madre, Maria Ciuffi, per annunciarle la triste notizia. Un fulmine a ciel sereno, visto che Maria stava raccogliendo soldi proprio per controbattere all'ultima perizia medico-legale dell'Università di Siena e attendeva la relazione del suo medico legale di fiducia che avrebbe smontato punto per punto quella della collega senese. Invece la Procura ha deciso anche senza la seconda controperizia. Ma la cosa ancora più strana e grave è che la madre e gli avvocati erano stati convocati dal pm Giaconi il 25 marzo prossimo per la chiusura delle indagini, mentre i giornalisti sono venuti a saperlo già oggi rendendo inutile a questo punto l'incontro del 25. Nelle 19 pagine che la Procura ha inviato all'avvocato Dinelli che assiste Maria Ciuffi, il Pm Giaconi ha ripercorso tutta la storia del caso dal 2003 ad oggi arrivando alla conclusione che la morte è avvenuta per insufficienza cardiocircolatoria mentre le costole rotte sono dovute al tentativo di rianimazione. Secondo Maria Ciuffi invece da questa relazione mancano alcune testimonianze chiave e non vengono messe in evidenza le omissioni e le contraddizioni che ci sono state in questa vicenda. Maria Ciuffi in questo momento è una donna distrutta, che vede sfumare 7 anni di battaglie, tuttavia ha annunciato che non si arrenderà e già dalle prossime ore potrebbe annunciare clamorose proteste fino anche al ricorso a Strasburgo. Da parte nostra riteniamo scandaloso che questa morte non abbia trovato nemmeno un processo dove essere accertata e che in ogni caso non ci sia nemmeno un imputato non tanto per omicidio (indagato per omicidio era il compagno di cella che tuttavia Maria Ciuffi ha sempre ritenuto estraneo), ma nemmeno per omessa vigilanza (erano indagati due guardie). Insomma, se qualcuno sperava che si andasse ad un processo per reati minori tanto per far vedere che si cercava quantomeno un po' di verità, è andato anch'esso deluso. La linea scelta è stata quella dell'insabbiamento all'italiana, la stessa del Moby Prince e la stessa che probabilmente colpirà anche il caso Cucchi la cui morte è stata da poco derubricata a "disidratazione".
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