Tra un anno sarebbero diventati poliziotti veri e propri. Adesso per loro il momento di mettere la divisa potrebbe non arrivare mai: due siciliani di 21 e 23 anni, all’ultimo anno della scuola di polizia di Brescia, sono indagati a piede libero per violenza sessuale ai danni di una ragazza tedesca di 19 anni. La storia si svolge nel weekend, a Rimini, nelle stanze dell’hotel Sunflower, alloggio perfetto per i turisti più giovani: costa poco, è vicino sia alla stazione sia alla spiaggia. È stato proprio l’albergatore a chiamare la polizia, dopo aver ascoltato il racconto della giovane in lacrime.
Lei, insieme ad altre due amiche, avrebbe incontrato i due aspiranti poliziotti la settimana scorsa. Sabato, complice il maltempo, la decisione di passare la serata in albergo, tra qualche bevuta (ma non così tante da perdere il controllo di sé, sostengono gli investigatori) e qualche chiacchiera. In serata, due delle tre ragazze tedesche se ne vanno e la 19enne rimane sola con i due siciliani. È a questo punto che si sarebbe consumata la violenza, con la ragazza che si sarebbe piegata contro la sua volontà. La denuncia è scattata di lì a poche ore, e gli aspiranti agenti davanti ai ‘veri’ poliziotti hanno anche ammesso che il rapporto di gruppo si è pure consumato, anche se, in questa versione della storia, la ragazza sarebbe stata consenziente. Il sostituto procuratore Davide Ercolani ha iscritto comunque i due allievi nel registro degli indagati e poi li ha lasciati liberi di tornare in Lombardia. La loro permanenza alla scuola Polgai, tuttavia, non dovrebbe durare troppo a lungo: la direzione dell’istituto, infatti, ha deciso di sospenderli in via precauzionale e poi, se le accuse dovessero essere confermate, scatterebbe la procedura di espulsione, oltre alle ovvie conseguenze penali. Il Comune di Rimini, dal canto suo, è l’unica istituzione che, sin qui, ha fatto sentire la propria voce, annunciando che nell’eventuale processo non mancherà la propria costituzione come parte civile. Silenzio da parte del resto dell’agone politico, al limite qualche brusio a chiedere di non strumentalizzare il caso contro le forze dell’ordine. Un atteggiamento opposto rispetto a quello tenuto un anno fa esatto, quando ancora a Rimini avvenne lo stupro di una coppia di polacchi e di una trans peruviana. Per quei fatti sono stati condannati a sedici anni un maggiorenne congolese e a nove anni e otto mesi tre minorenni (due marocchini e un nigeriano). Soprattutto da destra arrivarono appelli alla castrazione chimica degli accusati e alla chiusura dei patri confini contro gli stupratori africani. Pochi giorni fa, a Jesolo, un altro caso di violenza sessuale, con l’arresto di un senegalese senza documenti. Le conclusioni le ha tirate Gad Lerner su Twitter, tracciando un parallelo con i più recenti fatti di Rimini. «Il ministro Matteo Salvini ha twittato la sua indignazione solo in un caso. Indovinate quale?». |