Nessuna fermata dei bus o stazioni ferroviarie nei pressi del carcere di Benevento e questo obbliga tante famiglie a raggiungere la struttura carceraria della Campania la sera prima del giorno previsto per il colloquio con i detenuti. Non e’ insolito, poi, trovare di notte tante persone che nel quartiere popolare di Capodimonte dormono nella propria auto, in attesa di poter fare visita al proprio caro di buona mattina.
A denunciarlo e’ Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, in un report sulle condizioni della struttura detentiva di Benevento. Un carcere dove il problema principale riguarda proprio la quasi totale assenza di collegamenti con l’istituto con i mezzi pubblici.
Il sito del ministero della Giustizia indica alcuni mezzi pubblici con cui e’ possibile raggiungere il carcere. Da Roma, ad esempio, e’ si puo’ prendere un bus che effettua quattro corse al giorno, l’ultima delle quali arriva a Benevento alle 2,40 del mattino, ma la fermata dista quasi 3 chilometri dal carcere, percorribili a piedi in 40 minuti. Ferrovie dello Stato prevede tre corse con Frecciargento che permettono di raggiungere Benevento in 1 ora e 50 minuti, anziche’ le 3 o 4 ore previste per Intercity e Regionali. Anche in questo caso, la stazione dista 4 chilometri (46 minuti a piedi) dall’istituto penitenziario. Un lungo viaggio se si parte da Roma Termini ma chiaramente la situazione si complica per le famiglie che vivono in citta’ poco collegate o in piccoli centri. Le visite, inoltre, non sono previste il sabato e la domenica ma solo durante la settimana e non sono previsti colloqui via Skype.
All’interno della casa circondariale, Antigone denuncia un forte dato di sovraffollamento: la capienza massima prevista e’ di 261 detenuti ma al momento della visita effettuata dall’associazione a settembre di quest’anno c’erano 394 persone in cella. Un tasso di sovraffollamento del 151%, percentuale molto alta se si pensa che la media degli istituti visitati dall’associazione e’ del 117,1%, un dato quest’ultimo su cui anche da Strasburgo il Consiglio europeo ha bacchettato l’Italia, inserendola tra i Paesi dove esiste un problema di eccessiva popolazione carceraria. Nelle celle della struttura Capodimonte gli stranieri sono 64 (il 16,2% del totale); le donne 73. Alto anche il numero di persone in attesa del giudizio, sono quasi il 40% secondo il rapporto di Antigone.
Eppure “nelle sezioni visitate c’erano alcune celle chiuse senza detenuti, ma non per motivi di ristrutturazione o inagibilita’”. Nonostante la presenza di un’articolazione psichiatrica nel carcere, c’e’ un “consumo spasmodico” di psicofarmaci, che vengono assunti dalla maggior parte dei detenuti (quasi il 70%). Non esistono spazi dedicati ai 6 detenuti disabili e il campo sportivo non e’ agibile. All’ingresso in carcere, viene consegnata la Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati ma non sono rari i cosiddetti ‘eventi critici’ in cella: la fotografia dell’istituto scattata da Antigone mostra 41 casi di autolesionismo nell’anno precedente, con un suicidio, e 63 scioperi della fame. |