IL CALCIO-BUSINESS |
Il Corriere dello Sport sta giornalmente illuminando l'Italia sul perchè lo stadio è un luogo sempre più lontano dai tifosi o, se volete, i tifosi si stanno allontanando sempre di più dagli stadi. Lungi dal ricordare le verità degli ottimi cronisti del quotidiano romano (non si sa più quando si gioca una partita, partite con soli abbonati o a porte chiuse, biglietto acquistabile fino a 48 ore prima, coda alla ricevitoria, esosità del prezzo del biglietto...) va rimarcata l'assoluta repressione nei confronti dei tifosi da parte di quanti fanno parte del Comitato dei saggi. Oggi nello stadio non si possono portare più bibite (le paghi a peso d'oro dentro...), nè l'acqua, non si possono fare treni speciali nè torciate (vai in galera per un fumogeno acceso....), le bandiere con aste di plastica, i cartoncini no perchè sono infiammabili. In compenso, però, i ricavi delle società continuano ad aumentare, tutti hanno introiti elevatissimi tranne il tifoso, cioè colui che dovrebbe assiepare gli stadi. Quando arrivò sky tutti indistintamente (abbiamo ancora nelle orecchie le frasi di giornalisti e dirigenti di società) dissero che i prezzi al botteghino sarebbero diventati popolari per fronteggiare il dilagare della televisione a pagamento. Quanto di più falso. Oggi gli unici penalizzati di questo show-business sono solo i tifosi. |