Assurdo è l’unico aggettivo che ci viene in mente per descrivere quanto accaduto in questi giorni, per il bombardamento mediatico che si è abbattuto sui gruppi organizzati della Curva Nord e sui loro esponenti di spicco. Senza considerare che la vicenda di cui si parla risale a due anni fa ed in molti, di quel periodo, hanno già dimenticato la dinamica dei fatti e come si è arrivati alla contestazione del dopo La Spezia. A seguito di un avvio di campionato entusiasmante per il Grifo iniziano a susseguirsi una serie di risultati negativi privi di alcuna logica spiegazione, a tratti vergognosi (come 1-5 incassato in casa contro la Pro Vercelli). Un atteggiamento della squadra inspiegabile, la costante scarsità d’impegno e di rendimento, fatta eccezione per pochissimi, ci ha portato, dopo la sconfitta di Foggia, a chiedere un confronto con la squadra. Durante l’incontro abbiamo preteso serietà e rispetto, prima dei risultati sportivi la cosa più importante per noi è che la maglia venga sempre onorata. La prestazione successiva a La Spezia è stata tutto il contrario delle promesse che ci erano state fatte pochi giorni prima; una squadra senz’anima, mai scesa in campo, un’offesa per tutti i tifosi del Perugia.
Matura così, in poche ore, la volontà di contestare questa ennesimo scempio. Senza accordi, senza chiamate alle armi, senza premeditazione, allo stadio si ritrovano centinaia di persone, tra appartenenti ai gruppi ultras e tifosi. Molti addirittura già prima che arrivassero quelli di ritorno da La Spezia. Quando il pullman del Perugia è nei pressi dell’Istituto Capitini viene fatto oggetto del lancio di un sasso, episodio isolato ad un chilometro circa da dove aspettano i contestatori. Il pullman raggiunge il cavalcavia e si blocca, così la folla inizia ad andargli incontro. A questo punto il gesto folle dell’autista, preso dal panico, che ingrana la prima rischiando di investire diversi tifosi. La contestazione a questo punto prende una piega diversa e i toni si fanno più accesi. Verranno denunciate sedici persone, diverse di loro per violazione di DASPO, ovvero essendo sottoposti a tale misura, secondo gli organi inquirenti, non potevano stazionare nei pressi dello stadio al rientro della squadra. Un’altra persona è stata denunciata per aver rimosso gli scudetti del Perugia dal pullman, una per aver colpito il mezzo con un calcio, e così via. Nessun atto vandalico folle come riportato sui quotidiani, nessun provvedimento degno di nota.
L’indagine che ne scaturisce, conclusasi per l’appunto questa settimana dopo due anni, è stilata in oltre seicentocinquanta pagine circa tra ricostruzioni dei fatti, foto e intercettazioni telefoniche. Il tutto per dimostrare una connivenza tra i gruppi ultras, nella figura dei leader storici in primis, con nomi e cognomi ampiamente riportati sui giornali, e la società del Perugia rappresentata proprio dal presidente Santopadre, accusato per altro di essere egli stesso il mandante di quanto accaduto. A smentire queste folli illazioni ci sono proprio le carte, e le intercettazioni stesse, dove viene ampiamente riportato che questi contatti non sono mai esistiti, nessuna premeditazione ne accordi tra le parti, nonostante la forviante, deviata e personale interpretazione di alcuni giornalisti. Pur di gettare fango sugli ultras e sulla Curva Nord se ne sono lette di ogni tipo, trattati come una vera associazione a delinquere, che inoltre tiene in ostaggio il resto della Curva con minacce e intimidazioni.
Viene presa in esame la trasferta a terni, sulla quale per altro i gruppi si erano espressi mesi prima. Una grande sconfitta per le forze dell’ordine che ancora una volta avevano pianificato la solita carovana di deportati. Come avevamo già detto e ribadiamo, oltre a non riconoscere come derby la partita con l’unicusano, sapevamo che l’assenza degli ultras e dei gruppi organizzati in genere avrebbe messo in luce le restrizioni imposte per questa sfida; l’impossibilità di acquistare tagliandi singoli, l’obbligo al concentramento quattro ore prima della partita, il divieto assoluto di muoversi con mezzi propri e tantomeno pubblici. Che dei mille tagliandi disponibili nessuno sia stato acquistato non è certo per imposizione o per “paura” degli ultras, ma per l’assurda gestione di questi eventi. Quindi è chiaro che l’intento di chi ci ha pubblicamente attaccato così duramente in questi giorni, per fatti ormai datati, sia principalmente destabilizzare un ambiente che ad oggi si è ricompattato, dopo quella tristissima pagina e quella stagione deludente, ed inoltre colpire sistematicamente, con il pugno di ferro, le frange di tifo più attive ed esposte.
Come scritto negli atti ribadiamo che i rapporti tra ultras e società sono circoscritti alla normale e pacifica convivenza, ognuno per la sua strada e tutti per il bene del Perugia Calcio, non ci sono mai stati né interessi né collusioni, da sempre questa è stata la nostra unica linea. Se ci saranno applausi, fischi o contestazioni sarà come sempre il verdetto del campo a dirlo è non certo un accordo tra le parti. Gli ottocento di Empoli sono un segnale importante, qualcosa si sta risvegliando nella nostra tifoseria, non lasciamo che la penna di qualche giornalista getti fango sulla nostra meravigliosa Curva. OSTINATAMENTE A.C. PERUGIA non sono solo i gruppi riuniti dietro un unico striscione, è ogni tifoso che prende posto insieme a noi sui gradoni della Nord, che condivide questa folle passione, che ama questa città e che, come ognuno di noi, ha il Grifo nel Cuore. Noi siamo la Curva Nord, noi siamo l’A.C. PERUGIA”. |