Migliaia di firme raccolte, proteste, iniziative, incontri con Società AC Pisa 1909 e Sindaco: tutto questo per fare entrare bandiere e tamburi allo stadio alla luce del sole e tornare a un'Arena alla vecchia maniera... La risposta degli organi preposti all'"ordine pubblico" oggi è stata sotto gli occhi di tutta la città: stadio blindato, camionette di celerini in tenuta antisommossa a presidio dell'Arena, elicotteri, perquisizioni a tappeto a chiunque, vecchi e giovani. Un esercito per impedire alla tifoseria pisana di entrare nel suo stadio liberamente con bandiere e tamburi. Da questo ennesimo divieto e sopruso è scaturita la nostra decisione di rimanere fuori dallo stadio con i nostri colori, bandiere e tamburi. Abbiamo assistito a scene gravissime, assurde e inverosimili: addirittura alla gente che voleva uscire dalla Nord per unirsi alla nostra protesta gli è stato impedito con la forza ed è stata costretta a rimanere rinchiusa nella Curva. Tutto ciò secondo noi sarebbe anche punibile legalmente, essendo, di fatto, sequestro di persona. E' allucinante essere arrivati al punto di non essere più liberi di uscire da uno stadio quando ci pare. Anche la partita è iniziata con trenta minuti di ritardo a causa di tutto ciò. Pisa - Chioggia doveva essere una festa, la partita dove la Curva Nord Maurizio Alberti si sarebbe ripresentata con i suoi vessilli e colorata alla vecchia maniera, ma ancora una volta la risposta è stata solo repressione. Pensiamo anche a quanto è costato allo Stato italiano (e quindi a noi che paghiamo le tasse) questa ridicola "caccia al tamburo". Reparti celere antisommossa, camionette, elicotteri non sono certo venuti gratis, e tutto questo per una partita di serie D dove neanche erano presenti i tifosi ospiti, per un altro assurdo divieto. Siamo alla follia. Quello che è accaduto non ci piegherà, ma anzi ci dà ancora più forza per continuare a lottare contro questo decreto e contro la tolleranza zero all'Arena Garibaldi. |