Un rapporto parlamentare “sui divieti allo stadio e sul tifo organizzato”, presentato mercoledì 20 maggio all’Assemblea nazionale francese, raccomanda la legalizzazione, a medio termine e a determinate condizioni, dei fumogeni all’interno degli stadi di calcio. Le correlatrici, Marie-George Buffet (Partito Comunista Francese) e Sacha Houlié (del partito centrista La Republique En Marche!), invocano condizioni d’uso sicure e una fase preliminare di sperimentazione. L’obiettivo è porre fine a una situazione ritenuta ipocrita da molti attori del mondo del calcio. Negli stadi francesi, negli ultimi vent’anni, l’uso dei fumogeni è stato un’autentico gioco del “gatto contro il topo”. Ufficialmente, questi piccoli dispositivi pirotecnici sono vietati nelle arene sportive. Verdi a Saint-Étienne, blu a Marsiglia, continuano comunque a illuminare i settori popolari quasi ogni fine settimana. “Le autorità pubbliche non possono impedire a oggetti di 10 cm di lunghezza di entrare negli stadi”, assicura Sacha Houlié, vice segretario del partito La République En Marche!, correlatore della missione conoscitiva sul regime di divieto negli stadi e nel tifo organizzato, con la vice segretaria del partito comunista Marie-George Buffet.
“I fumogeni possono essere occultati all’interno di un panino, un calzino o delle scarpe… Ci sono spesso dei ‘negoziati’ tra i club e le rispettive tifoserie che portano alla loro tolleranza di fatto durante le partite. La verità è che essi, migliorano l’attrattiva dello spettacolo”, spiega il deputato. Tanto che alcune emittenti televisive non esitano a usarle per scopi promozionali: “Nei promo dell’emittente Canal+ per la partita tra OM e PSG, 9 volte su 10 ci sono immagini dei fumogeni”, ha detto Sacha Houlié. Una situazione paradossale per gli stessi fumogeni che costituiscono spesso un punto di tensione ricorrente tra sostenitori organizzati ed autorità pubbliche.
Nel rapporto pubblicato mercoledì, la missione parlamentare d’inchiesta sul tifo organizzato ha preso una chiara posizione. Suggerisce una legalizzazione, a lungo termine, dell’uso dei fumogeni all’interno degli stadi. “Mi è capitato di accendere dei fumogeni sul piazzale dello stadio Vélodrome di Marsiglia”, afferma Sacha Houlié, “Fa parte dello spettacolo”. Nel loro rapporto, i deputati raccomandano l’istituzione nei settori di aree sicure, dotate di secchi d’acqua e posizionate a distanza dagli spettatori. Il principio sarebbe quello di consentire ai tifosi, sotto la supervisione delle autorità di controllo e con l’accordo dei club di appartenenza, di accendere i fumogeni in condizioni che limitino al minimo il rischio di incidenti. Per quanto riguarda la responsabilità civile e penale, spetterebbe ai presidenti delle associazioni di tifosi, e non ai club come avviene oggi. Il principio è quindi quello di responsabilizzare i tifosi e di ridurre le preoccupazioni dei dirigenti di club”.
Una prima fase di sperimentazione La missione parlamentare suggerisce una fase iniziale di sperimentazione limitata a determinate fasi. La generalizzazione avrebbe luogo se questa prima fase avesse luogo senza intoppi. Questa proposta è chiaramente una manna dal cielo per coloro che utilizzano i fumogeni maggiormente: gli Ultras. Questi sostenitori radicali, che dedicano la vita al loro club, soffrono di una reputazione sulfurea e si lamentano di essere regolarmente stigmatizzati. “Sì, possiamo fidarci degli Ultras”, afferma Sacha Houlié. “Contrariamente a quanto è stato detto su di loro, sono persone responsabili. Vengono allo stadio per fare il tifo per la loro squadra, dove i facinorosi presenziano solamente per la violenza.”
Gli stadi francesi in cui i fumogeni sono più diffusi si trovano a Parigi, Marsiglia, Saint-Étienne e Lens. I deputati della missione vorrebbero che i club di queste città fossero associati alla fase di sperimentazione. |