20 anni dal G8-vergogna Per questo oggi vi voglio parlare di un progetto nato “per rimettere in circolazione un sogno, che in quei giorni si infranse…”. “Progetto 20anni- per non dimenticare il G8 di Genova”, ideato da Area Teatro, compagnia teatrale siciliana fondata da Alessio e Ivano Di Modica. Alessio e Ivano, che vent’anni fa insieme ad altri due compagni, già forti del loro impegno e delle battaglie per la loro terra (Augusta, per la precisione, sulla costa del siracusano dove da decenni l’inquinamento industriale penetra nel suolo e nelle falde acquifere, contamina il mare, si respira con l’aria…), avevano risalito l’Italia per unirsi alle centinaia di migliaia di persone che pacificamente manifestavano contro i Grandi della terra. Anche loro andati a Genova, come tanti, per testimoniare e progettare un mondo migliore… Quello che Ivano, Alessio e i due loro compagni hanno allora visto e vissuto lo ricordiamo (forse)… Una città sconvolta dall’inaudita violenza di cui furono vittime uomini e donne, giovani e vecchi. Di ogni nazionalità e lavoro. Studenti, insegnanti, operai, qualche professionista. E vittima sarebbe potuto essere chiunque di noi. Quello che sembra non abbiamo compreso davvero è che lì, in quei giorni, si è aperto il baratro di un vuoto di diritto che ha fatto strame delle regole della democrazia, dove la vita delle persone è stata prigioniera di una violenza indiscriminata e arbitraria. Diaz, Bolzaneto, piazza Alimonda… luoghi che evocano pestaggi, torture, morte…
Dalla caserma degli ‘scelbotti’ di Bolzaneto al mondo Per appuntarli, quei giorni, Ivano e Alessio realizzarono subito, già nel 2002, uno dei primi spettacoli che ne parlò. E come trainato da quell’impulso nacque Area Teatro, compagnia teatrale indipendente, che oggi vuole riportare in scena quello spettacolo e non solo. “In vent’anni molte cose sono cambiate, in meglio o in peggio” spiegano, “sicuramente per molti di noi quel luglio di 19 anni fa ha segnato un momento importante nelle nostre vite… e vogliamo raccontare anche il sogno che aveva mosso molti giovani di allora”. Un progetto con un’idea di teatro che davvero ci piace. Intanto il racconto (ed è Alessio che narra sul palcoscenico) è un “Cuntu”. Cuntu… che non è solo narrazione orale, ma anche forma, gesto, immagine… Il Cuntastorie riesce ogni volta, con il ritmo delle sue parole e l’eco dei rimandi a pensieri, suoni e immagini, a ricreare in ciascuno degli spettatori un mondo di memoria, “il mondo ovunque”… E lo spettacolo è la restituzione di una narrazione collettiva che nasce dall’incontro fra chi cunta e chi non passivamente ascolta, ma restituisce l’immagine del proprio cunto.
La tradizione dei ‘cuntisti’ siciliani Un metodo, un’arte, molto affascinante, e affascinante e appassionata è la narrazione che ne fa Ivano (che della compagnia è l’organizzatore), al quale ho chiesto lumi… Non per nulla fra i riferimenti culturali di Area Teatro è Mimmo Cuticchio, straordinario erede della tradizione dei cuntisti siciliani, e con quest’arte la compagnia di Augusta ha raccontato tante storie e tanta storia del nostro paese: la vita di Graziella Vistrè, che fu sindacalista e anticipatrice della lotta delle donne con “Sole d’inverno, storia di lotte donne e arance”… “Ossa”, una vicenda che richiama la storia di Placido Rizzotto… le vite del pescatori nei “Cunti del mare”… Date uno sguardo. Ne resterete anche voi colpiti http://www.areateatro.it/ Tornando all’ultimo progetto, questo significa che nel racconto dei giorni del G8 di Genova non c’è solo ciò che gli occhi e il cuore di Ivano e di Alessio e i loro compagni hanno allora percepito e vissuto. Ma vi è tessuto dentro anche il racconto di tutte le altre voci che hanno poi incontrato e sollecitato e raccolto. E vogliono continuare a raccogliere. Sapendo che “le storie non raccontano la realtà, ma la forgiano”. Così il “Progetto 20anni” prevede anteprime per l’Italia per riportare l’attenzione su quei giorni, sul movimento che portò a Genova, e prepararsi all’anniversario che per molti ha segnato un punto di non ritorno. “Partigiani della memoria”, si chiama il tour che partirà con l’inizio dell’estate, e a ogni appuntamento ci saranno momenti in cui ognuno, se testimone, potrà raccontare quel che ricorda, se a Genova non era, potrà parlare del suo impegno, della sua vita di quegli anni. “Così da ricostruire una memoria collettiva di quel movimento e di quel momento storico”. E raccontare a più gente possibile…
Le cose rimosse sono destinate a ripetersi… Come non condividere. Perché se pure di quel che accadde a Genova pensiamo di sapere tutto, c’è sempre qualcosa ancora da sapere, e da chiedere… se dopo 19 anni sappiamo tutto ma ancora nulla delle responsabilità politiche, su cui sembra caduto un velo. E ben venga questo progetto per ricordare, perché troppo poco credo abbiamo capito di quanto grave e quanto pericoloso sia stato quel momento di frattura della nostra democrazia. E, sapete, le cose rimosse sono destinate a ripetersi… personalmente penso ci sia un unico filo rosso che parte da lontano, attraversa Genova e arriva fino alle ultime vittime nella rivolta delle carceri di marzo (le inchieste chiariranno quei fatti, ma troppo spesso il carcere è sospensione del diritto)… e mai sarà spezzato, quel filo, se continuiamo a distrarci, a non chiedere conto, come fosse questione che non ci appartiene. Il Gatto, che di questo è davvero convinto, mi ha detto di voler sostenere il progetto su di Area Teatro. Anche e soprattutto perché, a proposito del G8 di Genova, tenta “di riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare e dargli spazio”, e mi ha indicato un indirizzo dove è possibile leggerne i dettagli … (https://www.produzionidalbasso.com/project/20anni/?fbclid=IwAR0UYVVj9r2LNlUi_Volj3jwQBG4opD7x-u7wX1Hl2_HKklvK6Wv2iJMqfE ). E insiste, il Randagio, perché partecipi insieme a lui, almeno con la donazione che dà diritto a ricevere una cassa di limoni. “Ma che siano lumie”, si è raccomandato. “Lumie di Sicilia”. |