La puzza di Lega Nord ha già impregnato questa vicenda e si sente lontana un miglio.
La ragazza che ha ripreso il fermo dell’uomo a Gallarate ha depositato formale denuncia contro gli agenti della polizia locale intervenuti e filmati, ed è difesa dall’avvocato Pietro Romano, del foro di Varese. A lei si sono aggiunte altre due testimoni. Tutte concordano nell’affermare di aver assistito a un palese abuso.
Siamo di fronte a un gran gesto di coraggio, soprattutto in un paese come questo, dove la costante santificazione della divisa impedisce qualsiasi tipo di critica o dubbio sull’operato delle forze dell’ordine. Sarà la parola di queste coraggiose donne contro quella dei pubblici ufficiali, che come sappiamo si distinguono da sempre per “trasparenza” e “imparzialità”. Alle testimoni auguriamo buona fortuna e offriamo, nel nostro piccolo, il massimo supporto, qualora dovessero verificarsi episodi quantomeno ambigui. Non sarebbe la prima volta che la gang in blue, alla stregua di una qualsiasi organizzazione mafiosa, intimidisca o addirittura minacci i testimoni. E’ già avvenuto in altri casi e avverrà ancora. E sappiamo anche come vengono condotti certi processi in certi contesti, come dimostra la vicenda di Giuseppe Uva. Soprattutto da quelle parti al nord, dove le parole d’ordine sono, come ben sappiamo, accoglienza, diritti, multiculturalità, pace sociale.
Valori ben saldi e radicati, come dimostrano le parole del sindaco di Gallarate, il leghista Andrea Cassani, che ha già assolto i poliziotti a prescindere, col solito irritante e retorico discorsetto di quanto sono belle e brave e buone e intoccabili e “rischianolavitaperduespicci” le divise.
Queste le sue parole, che ci ripugna riportare, ma che servono ad avere un quadro chiaro sul livello cui è giunto il “discorso d’odio” portato avanti dalla Lega: «Qualora, come presumo dalle informazioni sommarie che ho avuto finora, verrà confermata la versione fornita dalla Polizia Locale credo che occorrerà tutelare l’immagine dei nostri Agenti che quotidianamente con professionalità e correttezza rischiano la propria vita per occuparsi di criminali tutelati, più di quanto non lo siano gli stessi agenti, dallo Stato».
Anche le parole vanno combattute. La lega si combatte anche smontandone punto per punto l’insopportabile retorica dell’odio, che passa anche E SOPRATTUTTO per la difesa d’ufficio delle divise. |