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RICONOSCIMENTO FACCIALE IN ITALIA

 

FONTE:guerredirete.substack.com

 

L’organizzazione tedesca Algorithm Watch pubblica un post sui progetti italiani di tecnologie di controllo per gli stadi di calcio. Riassume e commenta l’articolo il suo stesso autore, Fabio Chiusi, in un post su Facebook:

 

Riconoscimento facciale in tutti gli stadi italiani.

Per mesi ho provato a comprendere se il governo e le massime autorità sportive facessero sul serio. E temo proprio di sì.

Oggi ne abbiamo una ennesima conferma, su Repubblica: "La novità più rilevante” di un dossier della Lega Calcio che il quotidiano “ha potuto visionare”, si legge, “è che i tifosi per tornare allo stadio dovranno indossare mascherine trasparenti in modo da garantire il riconoscimento facciale da parte delle autorità”. Per ora non se ne parla, perché il Comitato tecnico scientifico è contrario; ma quando gli stadi riapriranno, queste sono le intenzioni.

E il progetto viene da lontano. Condiviso dal ministro Spadafora e dai vertici di FIGC e Lega Calcio, prevedeva originariamente di usare il riconoscimento facciale — una tecnologia che sempre più studi scientifici mostrano produrre risultati discriminatori e razzisti — non per garantire la salute pubblica, non solo ai gates per entrare allo stadio (così che i tifosi soggetti a DASPO, per esempio, non potessero accedere), ma per osservare il pubblico sugli spalti, addirittura ascoltarne le conversazioni (questa era l’ipotesi iniziale) tramite “radar sonori”, e così… combattere il razzismo.

Esatto: una tecnologia che produce risultati razzisti per combattere il razzismo. Strano che per questo specifico obiettivo non l’abbia proposta nessun altro al mondo, vero?

Ho scritto nel dettaglio di questa idea completamente errata per AlgorithmWatch, all’interno del progetto “Automating Society”, il cui nuovo rapporto annuale uscirà a fine ottobre, e riguarderà forme di decision-making automatico in 16 paesi europei.

Il messaggio però è chiaro: che sia per combattere il razzismo, assicurarsi che chi non ha diritto di ingresso allo stadio non entri, o per riaprire gli stadi in sicurezza (o presunta tale) durante la pandemia, quel che conta è che il riconoscimento facciale ci sia.

A prescindere da qualunque dibattito pubblico. A prescindere da qualunque dato o evidenza sugli esperimenti — molteplici, come descritto nel pezzo — finora condotti in diversi stadi italiani. A prescindere e basta.

Tutto questo va fermato, finché siamo in tempo.

 

Carola Frediani