Erano sulla nave quarantena GNV di fronte a Trapani. Ieri sera circa 200 persone sono state trasferite dentro il cara di Caltanissetta, in un’area posta proprio a fianco del cpr, al momento inagibile. Giunti su loco intorno all’una di notte hanno trovato ad accoglierli materassi per terra in uno spazio circondato da polizia e militari. In condizioni disumane per tutta la notte hanno provato a protestare senza ottenere che parole monche e rimandi.
Il giorno successivo un unico operatore urlante insieme ad un mediatore ha spiegato a 200 persone, stanche e preoccupate di trovarsi in condizioni così degradanti quali sono le procedure: se vogliono chiedere la protezione la domanda verrà valutata dalla commissione in tempi rapidi: 5 gg. Chi non fa la domanda verrà rimpatriato.
Tra di loro vi sono persone vulnerabili con patologie croniche, come il diabete, che non hanno ricevuto i farmaci a loro indispensabili. Sulla nave hanno fatto il test per il covid risultando negativi, si aspettavano dunque di raggiungere un centro dia accoglienza degno di questo nome: invece il duro asfalto e materassi in gommapiuma a terra. Le condizioni dei bagni sono ovviamente impressionanti: “ se entri lì ci prendiamo una malattia certamente.
C’è grande preoccupazione inoltre per il covid-19. Alla fine del trasferimento gestito dalla Croce Rossa, si sono ritrovati tutti insieme gruppi provenienti da piani diversi del battello. Alcuni migranti dicono” al sesto ci stavano i negativi. Al 7 i positivi. Qui siamo tutti insieme. Tra noi ci sono alcuni positivi. Se eravamo negativi ora ci infetteremo tutti. Altri ripetono “ ci hanno detto che proprio perché ci sono i positivi meglio che ci rimpatriano presto così non ci infettiamo”.
E’ il caos totale tra persone in lacrime e chi vorrebbe tentare il suicidio. In una situazione di continui trattenimenti e scarsa informativa dove “ ci trattano come schiavi e peggio delle bestie. Può succedere qualsiasi cosa. Siamo tutti spaventati. Quanto manterremo l’equilibrio in questa situazione?” Anche le informazioni relativamente a chi è infetto e chi no derivano da una gestione delirante di chi ha mescolato persone senza spiegare nulla, come fossero chicchi di mais. Così aumenta la paura uno dell’altro e si rischi la caccia all’untore in un gruppo di persone già fortemente provato. Non hanno incontrato organizzazioni di tutela delle persone, tenute evidentemente alla larga o conniventi con quanto sta accadendo. Si tratta ancora una volta di situazioni di gravità assoluta che ricordano ancora una volta che in futuro sarà anche peggio e che dovrebbero portare ad una denuncia e mobilitazione univoca dell’intera massa di persone che ancora crede che esista un mondo di diritto.
I nuovi tanto acclamati decreti si inseriscono così perfettamente in questo contesto: lasciate ogni speranza voi che entrate. Noi non ci stiamo! Chiediamo un’immediata mobilitazione perché vengano liberate queste persone trattenute illegittimamente ed in condizioni di trattamenti inumani e degradanti. Noi vi accusiamo |