Stato di Polizia nei luoghi di lavoro. Non c’è retorica nel sostenere che quanto sta succedendo a Trucazzano rappresenta “un ulteriore salto di qualità della repressione statale” – finora i fogli di via, frutto della legislazione fascista del 1931, erano stati usati contro i militanti solidali con la lotta operaia. In questo caso, invece, vengono emessi dalla questura di Milano contro i lavoratori licenziati!, ai quali si vieta di protestare contro il proprio licenziamento. |
E’ chiara la differenza?
Riproponiamo ora la domanda che ponemmo nell’aprile scorso davanti alle violenze padronali e di polizia al magazzino FedEx di San Giuliano Milanese (ben prima dell’uccisione di Adil Belakhdim): come mai tutto tace?
Negli scorsi mesi in tanti, anche a livello istituzionale e governativo, hanno espresso la loro condanna per l’omicidio di Adil Belakhdim a Biandrate (NO) durante lo sciopero nazionale della logistica e espresso solidarietà ai licenziati Fedex attaccati brutalmente fuori ai cancelli di San Giuliano Milanese e Tavazzano (MI).
Come prevedibile, appena sono calati riflettori mediatici su questi episodi, il clima repressivo e la criminalizzazione dei lavoratori in sciopero contro i licenziamenti e lo sfruttamento ad opera di padroni e polizia è non solo rimasta identica, ma sta in queste ore addirittura registrando un ulteriore salto di qualità.
Pochi giorni fa, grazie al clima favorevole determinato dallo sblocco dei licenziamenti varato dal governo Draghi, 49 lavoratori della Unes di Truccazzano (appalti Brivio Viganò) sono stati buttati per strada dalla sera alla mattina.
In risposta a questa infame manovra padronale, i lavoratori hanno immediatamente presidiato il magazzino di Trucazzano e quelli delle aree limitrofe, dovendo fin da subito fare i conti con una feroce repressione: prima le cariche della polizia accorsa in forze fuori ai cancelli; poi il tentativo del padrone di sfondare il picchetto e di investire i lavoratori con le stesse identiche modalità che hanno portato alla morte di Adil; infine la notifica in tempi record ai lavoratori di numerosi fogli di via dai comuni di Trucazzano e Vimodrone… vale a dire proprio da quei comuni in cui lavorano!
In sostanza, prefettura e Questura entrano a gamba tesa su una vertenza sindacale, arrivando a decretare l’espulsione dei lavoratori licenziati dal territorio in cui hanno prestato attività per anni, e giungendo al punto di argomentare tale decisione con valutazioni di merito sulla vertenza apertamente scopiazzate dalle tesi padronali.
E’ ormai sempre più evidente che lo stato opera sui luoghi di lavoro come un vero e proprio braccio armato del padrone, imponendo con la forza e con la violenza i licenziamenti e le più svariate forme di arbitrio.
Non è un caso se proprio nelle stesse ore anche ai licenziati Texprint di Prato le forze dell’ordine abbiano riservato lo stesso trattamento a suon di manganellate ed arresti.
Ma i padroni e loro maggiordomi istituzionali hanno fatto male i conti: i lavoratori Unes di Trucazzano non si sono lasciati intimidire e intendono proseguire a oltranza la lotta contro i licenziamenti fin quando l’azienda non provvederà al loro reintegro.
Questa lotta rappresenta un esempio per quelle migliaia di lavoratori che da luglio sono costrette a fare i conti con la perdita del posto di lavoro e del salario.
Proprio per contrastare quest’offensiva il SI Cobas ha proclamato, insieme a tutto il sindacalismo di base, uno sciopero generale per il prossimo 11 ottobre. |