Un vero e proprio tentativo di omicidio contro Hasib Omerovic, il giovane disabile rimasto in coma per molte settimane. A compierlo, secondo i pubblici ministeri della Procura di Roma, i poliziotti entrati nella sua casa senza alcuna autorizzazione o mandato, che dopo averlo percosso lo hanno afferrato “per i piedi gettandolo dalla finestra della stanza da letto dell’abitazione”. |
Non solo. Dopo aver compiuto la loro violenza i poliziotti hanno coperto il crimine compiuto mentendo ai loro superiori in tutti i rapporti. Nella loro relazione di servizio avevano infatti scritto che Hasib si era lanciato senza motivo dalla finestra della sua camera da letto nell’abitazione di Primavalle.
I riscontri ottenuti oltre alle percosse documentano di una porta sfondata, quella appunto della camera da letto, dove aveva cercato scampo alla furia degli agenti Omerovic, e un termosifone divelto dalla parete. Indici inconfutabili di una collutazione.
I quattro agenti della Polizia di Stato sotto accusa per tentato omicidio e falso sono tutti in servizio al commissariato di Primavalle. Ma ci sono altre presenze di poliziotti sulla scena del crimine che restano oscure, presenze che si sono verificate durante e subito dopo l’aggressione ad Hasib Omerovic.
Secondo indiscrezioni sembrerebbe che almeno uno degli agenti sotto accusa abbia deciso di collaborare con gli inquirenti mentre gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. In ogni caso è ancora da accertare il movente che ha portato al tentato omicidio.
Sono soltanto voci di quartiere quelle secondo cui Hasib sarebbe un ragazzo problematico, che avrebbe disturbato diverse ragazze. I post facebook che affermano questa versione sono stati subito rimossi dopo l’aggressione. C’è chi sostiene che potrebbe aver avuto a che fare con la nipote di uno degli indagati.
Resta il fatto che la foto del corpo inerte di Hasib, ricoperto di sangue e piegato in una posa innaturale sotto la finestra di casa non sarebbe circolata se la sua famiglia non avesse avuto il coragio di chiedere a gran voce la verità, supportata dall’Associazione 21 luglio con Carlo Stasolla, dal deputato Riccardo Magi e dagli avvocati Arturo Salerni e Susanna Zorzi.
Tra le vicende da accertare che non implicano soltanto la resposabilità degi poliziotti c’è la questione dei vestiti di Hasib. Mentre il ragazzo era in coma presso l’ospedale Gemelli di Roma, ai familiari sono stati restititi dei vestiti diversi da quelli che aveva indosso l’uomo al momento del volo dalla finestra. Il sospetto è che qualche “manina” compiacente abbia voluto far sparire le prove del pestaggio subìto, i panni sporchi di sangue.
Intanto Fatima Sejdovic, la madre di Hasib, con la sua famiglia ha dovuto abbandonare la casa popolare di Primavalle regolarmente assegnata, perchè l’aria nel quartiere era diventata irrespirabile per le minacce e il razzismo di molti contro l’etnia Rom del nucleo familiare. Il Comune di Roma ha già provveduto a trovare un’altra sistemazione.
Restano le fratture alla testa, alle costole e allo sterno, una lussazione dell’omero, i traumi alla milza, al fegato, al rene e le ferite al torace subite da Hasib Omerovic. Le indagini proseguono. |