Con un ritardo di dieci anni adesso anche i giornalisti si incominciano ad interrogare, quasi sorpresi, sul calo degli spettatori negli stadi a favore delle televisioni. Ovviamente siamo in clima di legge sugli stadi e dunque devono puntare il dito sugli impianti obsoleti (e magari contro gli Ultras), guai a parlare delle difficoltà e dei disagi che subiscono i tifosi. La Gazzetta dello Sport parla di un calo superiore al 20% dal 2008, “stranamente” da dopo Raciti quando ai tifosi è stato vietato e imposto qualsiasi cosa, dagli strumenti di tifo alle trasferte, arrivando all’imposizione della Tessera del Tifoso. Ma la colpa è solo degli stadi (molti dei quali rifatti per Italia ’90)… Riportiamo un articolo tratto da Goal.com, ripreso da sport people.net e un ritaglio della Gazzetta dello Sport preso da asromaultras.com. |
Il massimo campionato italiano di calcio paga le pessime condizioni degli impianti. In Europa è quello con la percentuale più bassa di riempimento, i tifosi preferiscono la tv. Sempre meno tifosi allo stadio, sempre di più davanti al televisore. È questo il trend che caratterizza attualmente il calcio italiano. Dal 2008 a oggi, come riporta oggi la ‘Gazzetta dello Sport’, gli abbonati allo stadio sono infatti calati del 20,4 per cento, mentre i telespettatori del calcio a pagamento sono cresciuti del 69 per cento. Quest’ultimo dato peraltro non considera gli abbonati a Premium, e dunque, nella realtà è sicuramente anche superiore. Non si può dunque non constatare nel nostro Paese una fuga dagli stadi. I nostri impianti sono sempre più delle cattedrali nel deserto, e la loro percentuale di riempimento è ampiamente la più bassa d’Europa: appena il 61 per cento, di contro al 69 per cento della Francia, al 73 della Spagna, all’88 della Germania e al 92 dell’Inghilterra. Di contro le televisioni che puntano sul calcio fanno affari. Sky ha appena festeggiato il traguardo dei 5 milioni di clienti, ma anche Mediaset Premium è in costante crescita. Nell’ultima giornata di Serie A gli ascolti delle due piattaforme hanno superato per la prima volta il muro dei 10 milioni di telespettatori. Perché, viene da chiedersi, i tifosi italiani preferiscono guardare le partite dal divano di casa e gli stadi italiani sono i più vuoti d’Europa? A incidere su questa tendenza sono indiscutibilmente le condizioni degli stadi italiani, vecchi e spesso inadeguati alle esigenze del calcio moderno. Una riprova indiretta la si è avuta dall’incremento di abbonamenti che ha avuto la Juventus con il passaggio al nuovo stadio di proprietà: la società bianconera è passata dai 14.290 abbonati della passata stagione ai 24.137 odierni, con un incremento dei ricavi del 135 per cento. Sono cresciuti anche gli abbonati di Lazio, Novara, Napoli e Cesena. In calo le due milanesi, a picco la Fiorentina, che con appena 13.024 tessere vendute tocca il punto più basso dell’era Della Valle. [Fonte: Goal.com]
Confronti fra gli abbonati di questa stagione e quella del 2010/2011: Atalanta 9.858 (16.195, in B) - 40% Bologna 12.490 (10.823) + 15% Cagliari 4.494 (5.296) - 20% Catania 9.206 (9.283) - 0.9% Cesena 12.114 (11.143) + 11% Chievo 7.147 (6.641) + 14% Fiorentina 13.024 (15.677) - 19% Genoa 17.500 (19.358) - 10% Inter 34.732 (40.612) - 18% Juventus 24.137 (14.290) + 69% Lazio 20.220 (12.868) + 57% Lecce 3.902 (4.417) - 4% Milan 30.398 (31.319) - 1 % Napoli 15.600 (11.882) + 13% Novara 7.211 (2.273, in B) + 31% Palermo 12.513 (16.906) - 26% Parma 9.620 (10.578) - 9% Roma 16.897 (18.889) - 11% Siena 7.632 (6.186, in B) + 23% Udinese 13.738 (11.122) + 24% |