Gelo, tv e stadi mezzi vuoti ma la Lega di A non esiste. |
Tratto dal sito "la Repubblica.it" |
L'articolo che segue, è tratto dalla rubrica "Spy Calcio" di Fulvio Bianchi, che più volte ha trattato l'argomento sul calo degli spettatori negli stadi italiani e sui giochi d'interesse che hanno le televisioni nel mondo del calcio. |
Anticipi del sabato: Fiorentina-Milan 33.295 spettatori, Inter-Cagliari 45.289 , Napoli-Lazio 46.600. Media partita 41.728, che è sicuramente più alta della media generale del campionato dopo 9 partite (23.065) ma la percentuale di riempimento degli stadi (e si tratta di tre stadi grossi) è sempre nettamente inferiore a quella della Premier League e della Bundesliga. E non veniteci a raccontare che in Inghilterra e Germania in questo periodo fa caldo... Ma i nostri stadi restano vuoti, o quasi: da qui a Natale si gioca sempre, tutti i giorni, fra A, B, Coppa Italia e Coppe europee. Un'overdose spaventosa: Inter e Napoli (sempre di sera, fra l'altro) giocheranno 9 incontri, probabile che Udinese e Milan ne facciano altrettanti (dipende dal calendario di Coppa Italia). Era stato detto, anche dal sindacato calciatori: d'inverno giochiamo meno al Nord e più al Centro-Sud. Non è sempre possibile, le tv vogliono di sera partite di prima fascia, che facciano grossi ascolti (quindi possibilmente Inter, Juve, Milan...). Il tifoso, già salassato dalla crisi economica, si trova sconcertato in mezzo a questo calcio-spezzatino: il prossimo turno giocano di venerdì (Udinese-Roma), sabato (ben quattro anticipi) e domenica. Domenica 11 dicembre si dispueranno solo tre partite alle ore 15 (e una al lunedì, Roma-Juventus). E chi lavora come fa? C'è sempre la tv, no. La tv che sta facendo, con Sky e Mediaset Premium, ascolti sempre in crescendo (in A come in B, dove però crescono gli spettatori...). La tv che trasmette tutti gli incontri, mentre in Premier League non è così, c'è una "protezione" per consentire ai tifosi di andare allo stadio e non perdere la passione. Da noi, la resa alle tv è totale: i presidenti incassano 1 miliardo all'anno e di portare spettatori negli stadi non si preoccupano minimamente (tranne rare, lodevoli, eccezioni). La Lega di A poi non fa mai "sistema", non guarda avanti e mi stupisco che un dirigente in gamba come Adriano Galliani dica che funziona: il consiglio si è riunito per la seconda volta quest'anno, e d'urgenza, solo per esaminare il caso dell'articolo 22 delle Noif. Che ha sospeso, come noto, Claudio Lotito, amico stretto del presidente (dimissionario non si sa, ma presto forse dimissionato...) Maurizio Beretta. Se la cosa avesse riguardato l'ad della Fiorentina, Mencucci, chissà se Beretta avrebbe avuto la stessa fretta, chissà. Risultato: la Lega di A fa vita a sé, nessun programma, nessun progetto, solo assemblee litigiosissime per spartirsi i soldi dei diritti tv. L'Aic, il sindacato calciatori, ha bussato tre volte alla porta della Lega (vedi Spy Calcio del 20 novembre) per sistemare la questione dei collegi arbitrali. Nessuna risposta, erano troppo impegnati fra ricorsi (al Tar, eccetera) e riforma del famigerato articolo 22 (in vigore per i dirigenti bancari, lo sa Beretta?). La Fiorentina deve multare due suoi calciatori e non vuole rivolgersi al tribunale civile: e così aspetta i comodi di qualche dirigente-avvocato della cosidetta Confindustria del pallone. |