Dopo i recenti casi di cronaca che hanno riguardato il mondo del tifo, la pletora di bislacchi garanti dell’ordine pubblico, si sente evidentemente legittimata a imporre le decisioni più assurde e draconiane. Dai divieti di viaggiare a tifoserie le cui città distano poche decine di km e volendo si potrebbero giornalmente scontrare senza nemmeno il pretesto di un incrocio in autostrada, ai provvedimenti presi a puro scopo punitivo, senza alcuna velleità preventiva. Nessuna mediazione sulla realtà, nessuno sforzo di comprensione delle dinamiche che si intende regolamentare. Stanno praticamente non solo tentando di distruggere tutto, senza distinzioni fra aspetti positivi e negativi del tifo, ma spargendo sale su quel che resta, sulle rovine di questa Cartagine con la speranza che non vi cresca più niente. E probabilmente la conseguenza più logica sarà quella di radicalizzare la resistenza e lo scontro verso le istituzioni. Contenti loro…
La lista è veramente lunghissima, comunque uno degli ultimi episodi di questa patetica serie di angherie travestite da leggi riguarda la partita fra Vastese e Termoli. Gara certamente segnata da una rivalità più di campanile che sportiva, visto che le due squadre non si incontrano da decenni. In campo, oltretutto, non è assolutamente la stagione migliore delle due compagini, che arrancano entrambe nei bassifondi della classifica. Certo questo derby avrebbe attirato qualche presenza in più ma parliamo comunque di poche centinaia di spettatori e vedere come la Prefettura alzi bandiera bianca di fronte a questi numeri, a questi rischi comunque risibili fa venire i brividi di fronte alle sfide legate alla sicurezza pubblica dei giorni nostri, da quelle più quotidiane legate alla criminalità comune fino ai rischi (spesso più percepiti che reali) legati al terrorismo politico nazionale o internazionale. Doversi far difendere da chi ha paura persino degli incontri di hockey su prato è come assicurare le pecore ai lupi.
Per il resto, parlano abbondantemente i comunicati delle due tifoserie, quella vastese e quella termolese, ritrovatesi su un fronte comune nonostante le singole diversità, denunciando menzogne e abusi intorno alla vicenda.
Un termine usato nella fattispecie è più che emblematico e riassuntivo del tutto: che squallore! |