40 casi di “trattamento non idoneo” dei migranti rinchiusi nel Cpr di Torino sono al vaglio della procura in un’inchiesta arrivata alle battute conclusive.
Il reato ipotizzato è il sequestro di persona dopo il suicidio di Moussa Baldé, un giovane originario della Guinea, che nel maggio 2021 si tolse la vita all’interno del lager per migranti del capoluogo piemontese. Nel Cpr era stato portato dopo un’aggressione subita a Ventimiglia. Indagati una decina fra agenti di polizia e operatori con responsabilità di gestione del Cpr.
Gli accertamenti riguardano in particolare gli stranieri messi in isolamento in un reparto chiamato ‘ospedaletto’ senza necessità oppure senza la necessaria sorveglianza sanitaria. Tra i reati l’abbandono di incapace, le lesioni colpose, il falso, il favoreggiamento e, in relazione al caso di Baldé, la cooperazione in omicidio colposo. Nel registro degli indagati era stato iscritto anche Claudio Palomba, all’epoca prefetto di Torino. |