Gli ultimi dati statistici dicono che gli incassi delle società di calcio derivano solo per il 14 per cento da spettatori e abbonati. Da chi va allo stadio dunque pochi soldi e tanti problemi visto che ormai non c'è domenica senza una chiusura almeno in parte e ingresso vietato a chi vuol seguire la propria squadra in trasferta. Non sarebbe meglio dunque abolire il pubblico negli stadi per avere solo telespettatori? Il calcio sopravvive (di vivere ha smesso da un pezzo) soltanto perché c'è la televisione e un mio vecchio aforisma (il calcio sarebbe lo sport più bello del mondo se non ci fossero le partite) si può cambiare sostituendo "partite" con "pubblico".I tifosi azzurri hanno gioito per la vittoria della Georgia sulla Scozia, hanno sperato che la Francia non battesse la Lituania mentre anche chi non tifa Italia (o solo Italia) si è entusiasmato per le prodezze di Kakà e di Robinho contro l'Ecuador. Nessuno era negli stadi dove si sono svolte queste partite, ma tutti le hanno viste. Così si potrebbe fare ogni domenica nel campionato italiano. Restaurare un po' gli stadi per avere tre o quattro mila posti lussuosi da vendere agli sponsor (gli invitati non mancherebbero) e per rifarsi un po' di questo 14 per cento che verrebbe a mancare. Poco pubblico e poco calore per i giocatori in campo? La Coppa Intercontinentale si è giocata per anni a allo stadio Olimpico di Tokyo pieno di pubblico "non tifoso" e un computer dava impulsi ai vari altoparlanti che simulavano un tifo tremendo a seconda in quale metà campo (della squadra sudamericana o europea) era la palla in quel momento. Niente pubblico, tifo programmato elettronicamente e niente più violenza da combattere. Niente striscioni, niente fischi o cori contro questo o quel giocatore, niente di tutto. E magari, per aumentare il numero degli spot pubblicitari, non disputare più due tempi di quarantacinque minuti l'uno, ma quarantacinque tempi di due minuti l'uno, con relativi intervalli. |