L'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, così come le prefetture, si muovono su di un'impostazione culturale e normativa autoritaria, spesso anticostituzionale, che ha fatto dell'emergenza la normalità. L'Osservatorio ha "vietato" la trasferta dei romanisti a Catania a seguito di un intervista del Prefetto sul quotidiano La Sicilia e degli interventi anonimi su alcuni blog, e oggi vieterà la trasferta degli interisti perché i giornali scrivono che i romanisti andranno a Parma. In realtà l'unico divieto sarà quello di riservare un settore ai tifosi ospiti, con l'effetto di avere tifosi catanesi e romanisti, parmensi e interisti, a stretto contatto un po' in tutto lo stadio. Nessuno, infatti, potrà vietare ad un tifoso romanista di recarsi a Catania a vedere la partita; ed infatti sono migliaia i tifosi della Roma gia muniti di biglietto. Il Ministro Maroni farebbe bene ad assumersi le sue responsabilità piuttosto che affidarsi a soluzione burocratiche, quindi cervellotiche e pericolose. Un prefetto che gestisce l'ordine pubblico vietando ai tifosi di andare allo stadio è come il calciatore che pretende di tirare un rigore senza portiere. Non è una questione di par condicio tra tifoserie, ma di legalità e di capacità di governo. Il calcio deve uscire dal contesto da stato di polizia in cui lo hanno ridotto venti anni di leggi d'emergenza e di gestioni anacronistiche dell'ordine pubblico. Occorre riportare la disciplina normativa nell'alveo della costituzionalita', anziché affidare la libertà di movimento e di manifestazione del pensiero ad organismi come l'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, un'anomalia autoritaria da abolire il prima possibile". |