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17enne investito da un poliziotto ubriaco: la madre riceve il conto di 183 euro per ripulire il sangue del figlio dall’asfalto

 

FONTE:il resto del carlino

 

La famiglia di Davide Pavan ha ricevuto la fattura per pagare la pulizia dell’area dell’incidente dopo “lo sversamento di liquidi”.

 

Non è uno scherzo di pessimo gusto ma una burocrazia cieca, capace di mandare alla madre di un ragazzo di 17 anni morto in strada – Davide Pavan vittima di un incidente in cui è stato travolto da un poliziotto che guidava ubriaco – la richiesta di pagare i costi della pulizia del luogo dell’incidente dove l’asfalto è rimasto sporco di sangue. Il pagamento di 183 euro per “togliere i rottami e spargere della segatura sul sangue di Davide e sui liquidi del motore rimasti sull’asfalto”, spiega in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera Barbara Vedelago, la mamma di Davide Pavan, il 17enne di Paese (Treviso) che l’8 maggio 2022 ha perso la vita mentre era in scooter e un’auto l’ha investito.

L’incidente mortale

Per quell’incidente, il 7 settembre Samuel Seno di 32 anni, poliziotto di Treviso, ha patteggiato una pena di 3 anni e 6 mesi per aver causato l’incidente mortale: mentre guidava in stato di alterazione per aver bevuto alcolici ha invaso la corsia opposta dove ha travolto lo scooter del 17enne, uccidendolo sul colpo.

La mamma: “Il nostro dolore non conta”

La mamma di Davide racconta che “all’inizio pensavamo a un errore, oppure a un brutto scherzo” mentre invece “è la burocrazia che non si ferma di fronte a nulla” e manda a casa di una famiglia distrutta per la morte di un ragazzo una fattura da 183 euro per i costi di “bonifica dell’area con smaltimento dei rifiuti e assorbente per sversamento liquidi”, riporta il documento. Un ulteriore colpo, tanto insensibile da apparire assurdo, in una vicenda già molto dolorosa che in 16 mesi di procedure legali, udienze in tribunale e accertamenti sull’incidente mortale, spiega Barbara Vedelago, non ha risparmiato nulla alla famiglia vittima di un dramma e, anzi, “io, mio marito e il fratellino di Davide ci siamo sentiti abbandonati, come se il nostro dolore non contasse”.