NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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DAVIDE LIBERO











11 NOVEMBRE 2007

 

TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°133

 

 

Sono passati sedici anni da quel tragico 11 Novembre 2007, eppure ancora è vivo in noi Ultras il ricordo di quella giornata, sono vive le falsità inscenate da questo Stato fantoccio per insabbiare la verità sulla tragica fine di un ragazzo di 26 anni, che aveva come unica colpa, quella domenica, di essere in trasferta, di avere una sciarpa al collo e di essere un Ultras. È bastato questo perché un incosciente “eroe” in divisa spegnesse per sempre la sua esistenza, è bastato questo perché Spaccarotella sapeva bene a chi stava sparando, aveva preso la mira su quella macchina che trasportava Ultras. Un folle armato, difeso a spada tratta dai vertici dello Stato Italiano che a colpi di falsità hanno tentato di coprirlo in ogni modo, usando meschinamente come sempre anche il potere mediatico per far ricadere la croce addosso agli Ultras. È viva in noi la rabbia per tutte le atroci cazzate alle quali abbiamo assistito ed ascoltato, da soggetti che continuano ad essere ai vertici di questo Paese. È viva in noi la rabbia di aver assistito all’assurdo tentativo di riabilitazione dello Spaccarotella che nonostante il gesto compiuto, pochi mesi dopo non solo non venne sospeso dal servizio, ma trasferito addirittura alla POLFER di Firenze, con il compito di accompagnare le tifoserie allo stadio!!! La ridicola condanna di omicidio colposo in primo grado, con 5 testimoni oculari che hanno descritto come lo stesso Spaccarotella prendesse la mira con le braccia distese! Fino alla condanna da parte della Corte d’Assise di Firenze che ha ribaltato il primo grado, ritenendo l’omicidio volontario con dolo e a nulla è servito il ricorso dello stesso Spaccarotella in Cassazione, la stessa il 14 febbraio 2012 ha confermato la condanna resa quindi definitiva a 9 anni e 4 mesi che per noi è comunque ridicola. Qualsiasi comune cittadino che commetteva lo stesso gesto avrebbe avuto una pena ben più severa, ma qualsiasi comune cittadino non indossa una divisa, non porta una pistola nella fondina e non è preposto all’ordine pubblico e questo in un Paese civile dovrebbe essere un aggravante, ma il nostro non è un Paese civile. Anche se la vicenda giudiziaria è giunta ormai al termine, rimane la rabbia e comunque un profondo senso d’ingiustizia, perché i tanti, troppi vertici che hanno parlato a sproposito rimangono lì al loro posto e finché non cambiano loro, tanti, troppi super “eroi” in divisa continueranno a girare nelle strade e a puntare pistole sulle teste dei nostri figli, sicuri di avere sempre il culo parato.