Un corposo pacchetto di misure a tutela di forze di polizia e forze armate, che oltre all’inasprimento delle pene per chi commette violenza o cagiona lesioni agli agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria, “liberalizza” la detenzione di armi: tutti gli agenti saranno autorizzati a portare senza licenza un’arma privata al posto di quella d’ordinanza quando non sono in servizio. Rivoltelle o pistole di qualsiasi misura.
Nell’elenco, anche “contrasto alle occupazioni abusive con procedure “lampo” per la liberazione degli immobili e l’introduzione di un nuovo delitto che prevede la reclusione da 2 a 7 anni contro gli occupanti abusivi”; una “stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili, con un aumento della pena di reclusione da 2 a 6 anni per il reato di truffa aggravata; misure specifiche anti-borseggio e contro chi impiega i minori nell’accattonaggio, in particolare nelle metro e nelle stazioni; introduzione di un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri; stretta contro i blocchi stradali, fenomeni che si stanno moltiplicando e che creano enormi disagi ai cittadini, verso chi impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo”.
Gli agenti avranno così un’arma più leggera di quella di ordinanza. Con questa nuova, geniale, norma si moltiplicheranno le armi da fuoco in giro nel nostro Paese. Invece di adottare il numero identificativo per le forze dell’ordine, Meloni e soci ci portano nel Far West
La bozza di Ddl interviene anche sull’intelligence, estendendo il perimetro delle «garanzie funzionali», ossia aggiungendo nuove fattispecie di reato legate al terrorismo alla speciale causa di giustificazione che non rende punibili gli 007, e trasformando da facoltativa a obbligatoria la collaborazione con i servizi, in termini di informazioni e di assistenza, delle amministrazioni pubbliche, delle partecipate e di chi eroga servizi di pubblica utilità
Le norme di palazzo Chigi, denuncia Antigone Onlus, “sono un imbroglio sulla sicurezza con risvolti drammatici su carceri e tribunali…una strategia illiberale diretta a stravolgere il nostro sistema penale e penitenziario con l’evidente scopo di racimolare un consenso altrimenti fragile.
Qualora dovesse essere così approvato – continua Antigone – avremo risvolti drammatici per ciò che riguarda il lavoro dei tribunali e delle carceri. Le Corti, anziché doversi occupare di fatti di indubbia rilevanza, quali omicidi e mafia, saranno intasati da tutto ciò che tradizionalmente ha a che fare con questioni solo socialmente rilevanti. Prevedere la criminalizzazione di ciò che riguarda stile di vita giovanili (graffiti), oppure occupazione delle case da parte dei soggetti più vulnerabili della società, potrebbe determinare un ingolfamento dei tribunali, semmai quelle norme saranno prese sul serio dalle forze di polizia.
Gli innalzamenti di pena generalizzati, per una grande tipologia di reati, potrebbe portare a tassi di sovraffollamento che, aggiunti agli attuali, renderanno ingestibili le carceri, sottoponendo lo Stato italiano al rischio di plurime condanne per trattamenti inumani e degradanti. Particolarmente inaccettabili sono le norme che prevedono la reclusione delle donne incinte, un vero e proprio obbrobrio giuridico e umano, che non tiene conto della salute della donna e del futuro nascituro, alla faccia della cultura della famiglia. Quest’ultime sembrerebbero norme, peraltro, dal sapore vagamente razzista, perché pensate guardando alle donne rom.
Tra le tante norme previste nel disegno di legge anche quelle che consentono l’impiego di un’arma da fuoco, diversa da quella d’ordinanza, per gli appartenenti alle forze dell’ordine, anche quando non sono in servizio. Non è così che si costruisce sicurezza, così si costruiscono tragedie e un sistema alla far west che negli Stati Uniti ha prodotto solo morti e danni, laddove il possesso e l’utilizzo delle armi debba essere ben regolato e controllato.
Infine, c’è un generico riferimento all’ingresso dei privati nella gestione penitenziaria. Aspetto che riteniamo inaccettabile e contrario ai nostri principi costituzionali.
Ci appelliamo a tutte le forze sindacali e politiche, affinché esprimano il loro netto dissenso, sapendo che questa non è sicurezza e questo provvedimento non va chiamato pacchetto sicurezza, bensì imbroglio sulla sicurezza”
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Patrizio Gonnella, di Antigone Onlus. Ascolta o scarica
In sintesi cosa prevede il nuovo pacchetto sicurezza varato dal Consiglio dei ministri
ARMI AI POLIZIOTTI. Agli appartenenti alle forze dell’ordine sarà consentito di portare fuori servizio armi private, non di ordinanza.
AGGRESSIONE ALLE FORZE DELL’ORDINE. Pene aggravate nei casi in cui i reti di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale sono commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Punizioni più severe anche per chi imbratta caserme e commissariati.
TRUFFE AGLI ANZIANI. Pene da due a sei anni per la truffa aggravata che coinvolga anziani o fragili e possibilità per le forze dell’ordine di procedere all’arresto in flagranza di reato.
RIVOLTE NELLE CARCERI E NEI CPR. Viene introdotto un nuovo reato che punisce gli organizzatori e i partecipanti delle rivolte dentro gli istituti di pena con atti di violenza o altre condotte pericolose. La pena andrà dai 2 agli 8 anni per chi organizza e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Prevista anche un’altra fattispecie che punisce chi istiga alla rivolta, anche dall’esterno delle carceri, con scritte e messaggi diretti ai detenuti. Istituito inoltre il reato di «rivolta organizzata all’interno della struttura di trattenimento per migranti irregolari» con pene che vanno da 1 a 6 anni.
GRAVIDANZE E CARCERI. Il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in stato di gravidanza non sarà più obbligatorio ma valutato dal giudice.
REVOCA DELLA CITTADINANZA. Viene esteso da tre a dieci anni il periodo entro il quale è possibile la revoca della cittadinanza concessa a un cittadino straniero in caso di condanne definitive per gravi reati.
BORSEGGIO. Arriva il Daspo ferroviario: il questore potrà disporre il divieto d’accesso nelle stazioni dei treni e della metro e nei porti a chi è già stato condannato o anche solo denunciato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio. Viene inoltre introdotta una norma per punire chi fa l’elemosina insieme a minori, con aggravante nel caso in cui si tratti di persone con meno di sedici anni alle quali viene impedito di andare a scuola o vengano minacciate.
OCCUPAZIONI ABUSIVE. In seguito a denuncia della persona offesa, chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui viene punito con la reclusione da 2 a 7 anni. Non viene punito invece chi restituisce il bene occupato.
BLOCCO STRADALE. Non sarà più un illecito amministrativo, ma un reato punito con una pena da sei mesi a due anni.
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