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Carcere: 40 suicidi e sovraffollamento al 130%

 

FONTE:l’Unità

 

Carceri sovraffollate e boom di suicidi, ma il governo “inventa” nuovi reati e pene più alte

 

 

Quaranta: questo il numero dei detenuti che dall’inizio dell’anno si sono suicidati in carcere. Ieri, un detenuto 56enne, collaboratore di giustizia, si è tolto la vita nel carcere di Ferrara, probabilmente impiccandosi. Per questo l’Assemblea della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, riunita a Roma, ha osservato un minuto di silenzio. Intervenuto anche il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia: “Il suicidio è la manifestazione più evidente della intollerabilità di un sistema carcerario costruito in questi termini” mentre il Capo del Dap Giovanni Russo ha assicurato: “il Gruppo di intervento operativo della Polizia penitenziaria sarà dotato di webcam”.

Per il presidente dell’Ucpi, Francesco Petrelli, “la deflazione non sarebbe comunque la soluzione di tutti i mali delle carceri italiane. È chiaro che questo deve essere il momento della rifondazione di una strategia complessiva e quindi di ripensamento dell’intera esecuzione penale e anche della magistratura di sorveglianza”. Nello stesso giorno è andato in scena nell’aula di Montecitorio uno scontro tra Governo e Partito Democratico per una interrogazione a prima firma Stefano Vaccari ed Anna Ascani, vice presidente della Camera. I due parlamentari nell’atto di sindacato ispettivo hanno chiesto, tra l’altro, cosa si intende fare per porre un rimedio al sovraffollamento.

A rispondere per il Governo il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto: “risulta che alla data del 20 maggio 2024 presso gli istituti di pena sono presenti un totale di 61.522 detenuti, di cui 60.788 effettivamente presenti in istituto, rispetto a una previsione regolamentare pari a complessivi 51.208 posti, di cui 4.027, allo stato, non disponibili a vario titolo, rilevandosi una percentuale di affollamento pari al 130,46 per cento”. “Sebbene gli istituti penitenziari risultino essere al limite della capienza – ha proseguito il forzista – allo stato attuale non si ravvisano casi di allocazione di detenuti in sofferenza, ovvero al di sotto dei limiti di spazio previsti per ogni soggetto come stabiliti dalla CEDU. Il vigente meccanismo di riequilibrio delle presenze, infatti, che rientra nelle competenze dell’ufficio quarto della Direzione generale dei detenuti, favorisce la gestione delle procedure di riequilibrio su scala nazionale della popolazione detenuta appartenente al circuito media sicurezza, secondo i criteri stabiliti dalla circolare 355 del 2012, 3654/6104 del febbraio 2014”.

Insoddisfazione per la risposta da parte dei proponenti che in una nota hanno stigmatizzato così: “Lo scorso 22 aprile come gruppo Pd abbiamo visitato oltre 30 istituti penitenziari e abbiamo riscontrato gravi carenze per molti versi drammatiche. La fotografia che emerge è quella di luoghi in cui le persone sono ammassate oltre ai limiti per i quali siamo stati condannati in sede europea. Da ciò ne consegue l’impossibilità di svolgere attività tese al reinserimento sociale del detenuto. Nelle carceri non si può studiare, non si può lavorare, non c’è una sufficiente copertura sanitaria, le infrastrutture sono fatiscenti e c’è carenza di personale. Aumentano i suicidi e il numero dei morti in carcere per cause diverse dal suicidio, che pure sono un fatto rilevante. In questo scenario inumano e degradante l’Italia si segnala per un altro aspetto di inciviltà: la reclusione di bambini e bambine all’interno delle carceri insieme alle loro mamme detenute. Di fronte a tutto questo cosa fa il governo? Aumenta pene e introduce nuovi reati su fattispecie che potrebbero essere diversamente trattate anziché operare sulle problematiche. Gli istituti penitenziari – hanno concluso Anna Ascani e Stefano Vaccari – non sono terra di nessuno ma luoghi dove tendere alla rieducazione del condannato, come recita la Costituzione. E su questo il governo continua a svicolare, irresponsabilmente”.

Intanto Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, cinque giorni fa ha interrotto il suo sciopero della fame nonviolento, durato quasi un mese, perché la proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale, proposta dall’onorevole di Italia Viva Roberto Giachetti, è stata calendarizzata in Aula per il 24 giugno.

 

Angela Stella