Cari Fratelli di Curva, ci siamo lasciati durante la serata di chiusura del torneo dell’anno scorso con la speranza di essere oggi lì con voi per ricordare i nostri Angeli della Est, ma la giustizia italiana, quella che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene in questi anni, mi ha riservato un trattamento particolare ed ora sono costretto a scrivervi da questa cella del carcere di Viterbo. Mi stanno separando da voi fisicamente, ma mai potranno allontanarmi da voi con la mente. Evado e volo verso di voi ogni volta che mi scrivete e il mio spirito è più libero che mai quando penso alla mia Curva e al mio caro Francesco, a Massimo, a Bruno, a Teschio, a Micio e a tutti quei ragazzi che troppo prematuramente ci hanno lasciati. Sono in mezzo a voi oggi come sempre quando varcate le porte di questo stadio che ci ha cresciuti e sono presente oggi più che mai quando dai gradoni della Est si alzano forti i nomi di chi dall’alto ci protegge e ci guarda. E’ inutile dirvi quanto mi faccia male non poter fisicamente dare una mano e impegnarmi in tutte le fasi dell’organizzazione, ma tempo per piangere ora non ce ne, ora posso solo stringere i denti e continuare a lottare per riabbracciarvi il prima possibile. La vostra vicinanza, la vostra solidarietà, ogni piccolo gesto che va da un piccolo pensiero ad una scritta mi hanno dato una forza incredibile e per questo voglio ringraziarvi oggi tutti. Nel decennale del torneo “Francesco per sempre”, che rappresenta un momento d’incontro tra il cielo e la terra, è vivo a distanza di anni e anni un sentimento di cui dobbiamo andare fieri! Quello che noi proviamo per i nostri fratelli scomparsi è difficile da spiegare e forse questo sentimento è l’essenza della nostra curva che si è forgiata sull’incrollabile volontà di onorare i nostri ragazzi. Ed oggi per loro e per i nostri valori, siamo chiamati a continuare quella tradizione Ultras che tutti abbiamo contribuito a formare, e che non possiamo permetterci di far finire. Solo se continueremo a coltivare la nostra amicizia e l’essere Ultras il ricordo di Francesco, Massimo, Bruno, Teschio e Micio e dei Ragazzi della Est non morirà mai. Sappiamo che i tempi sono cambiati, molti di noi si sono sposati e i bambini nati stanno a testimoniare che gli anni passano, ma nulla può giustificare un distacco totale e quindi, proprio ai sentimenti che ci hanno unito, voglio chiedervi che il torneo che compie 10 anni quest’anno rappresenti un punto di ripartenza e un momento di intima riflessione tra vecchi e nuovi Ultras per far si che questo momento di ricordo duri per sempre. Scusate se mi sono dilungato, voglio chiedervi una cosa sola: date un bacio alla lapide posta nella nostra curva pure da parte mia, alzate in alto le mani al cielo e che il silenzio della notte sia interrotto dai nostri cori. Un abbraccio a tutti soprattutto ai famigliari di Checco, Bruno, Massimo, Teschio e Micio e dei Ragazzi della Est. Concludo con una frase di una sciarpa che custodisco gelosamente: |