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26 MARZO 2000

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Nuova vittima di taser. Colpito dalla polizia a Reggio Emilia: muore uomo di 41 anni

 

FONTE:Fanpage

 

È accaduto questa mattina intorno alle 5.30 in via Beethoven, nella frazione di Massenzatico di Reggio Emilia. L’uomo è stato colpito con la pistola elettrica taser da due agenti di polizia. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime: è morto poco dopo in ospedale.

 

 

È successo di nuovo: un uomo di 41 anni è morto questa mattina all’alba dopo essere stato colpito con una pistola taser dalle forze dell’ordine. La tragedia si è consumata all’alba in via Beethoven, nella frazione di Massenzatico di Reggio Emilia. Secondo le prime ricostruzioni, la vittima – classe 1983 – si sarebbe trovato in uno stato di grave alterazione psicofisica quando sono arrivate sul posto le pattuglie della Questura.

L’uomo – secondo la versione fornita dagli agenti intervenuti – avrebbe manifestato comportamenti aggressivi e dato in escandescenze, creando una “situazione di pericolo” per gli operatori intervenuti. Oltre ai poliziotti sul luogo sono giunti i soccorsi della Croce Rossa, l’automedica e un’ambulanza della Croce Verde. Nonostante la presenza del personale sanitario, la situazione è rapidamente degenerata.

Di fronte al presunto “comportamento violento” del 41enne, gli agenti hanno optato per l’utilizzo del taser al fine di immobilizzarlo. Dopo essere stato colpito dall’arma elettrica, il 41enne è stato immediatamente soccorso dal personale medico presente e trasportato d’urgenza presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Le sue condizioni sono apparse sin da subito gravissime. Nonostante i tentativi di rianimazione e le cure ricevute nel nosocomio reggiano, l’uomo è deceduto nelle prime ore della mattinata odierna.

 

Indaga la Procura di Reggio Emilia

 

La Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha immediatamente aperto un’inchiesta per fare luce su tutti gli aspetti della vicenda. Gli inquirenti dovranno stabilire se l’utilizzo del taser sia avvenuto nel rispetto dei protocolli previsti e se vi sia una correlazione diretta tra l’uso dell’arma elettrica e il decesso del 41enne.

 

Gli ultimi casi di Olbia, Genova e Pescara

 

L’episodio riaccende il dibattito sulla pericolosità del taser, dispositivo entrato in dotazione alle forze dell’ordine italiane dopo una sperimentazione avviata nel 2018. Nonostante sia classificato come “arma non letale”, questo strumento solleva da anni preoccupazioni tra esperti e organizzazioni per i diritti umani visto il non trascurabile numero di vittime che provoca, anche in Italia: le ultime in ordine di tempo sono state Elton Bani, 41 anni, morto nel pomeriggio di domenica 17 agosto a Sant’Olcese (Genova) e Ferruccio Demartis, deceduto a Olbia tra il 16 e il 17 agosto. In entrambi i casi a premere il grilletto sono stati carabinieri, e in entrambi i casi sarà un’inchiesta a fare luce su quanto accaduto. A giugno a perdere la vita a Pescara era stato il trentenne Riccardo Zappone.

 

Cosa è il taser

 

Il taser, o pistola elettrica, è un’arma a impulsi elettrici in dotazione alle Forze dell’ordine in molti Paesi, Italia compresa: funziona rilasciando due dardi collegati a fili conduttori, che trasmettono una scarica elettrica capace di provocare una contrazione muscolare istantanea, che immobilizza temporaneamente il soggetto colpito.

Il modello adottato nel nostro Paese è lo X2 della Axon, un’evoluzione del modello X26 che le Nazioni Unite avevano giudicato equiparabile a uno strumento di tortura. Il Comitato dell’ONU contro la tortura riferisce che l’uso di Taser può essere una forma di tortura, a causa del dolore acuto che provocano, e mette in guardia contro la possibilità di morte in alcuni casi. I 5.000 dispositivi disponibili nei 200 comuni italiani non sono stati testati. Prima della loro introduzione a marzo 2022, era stata condotta una sperimentazione di 12 mesi in 12 città con 32 dispositivi forniti gratuitamente dalla Axon Public Safety German, senza pubblicazione dei risultati. Dopo due gare pubbliche perse da Axon per problemi sui dispositivi, l’azienda è riuscita a vincere una fornitura d’urgenza che portò alla distribuzione dei taser attualmente disponibili per un costo complessivo di 8,5 milioni di euro.

l cuore del problema si trova nelle avvertenze che accompagnano l’utilizzo del taser. Sebbene venga promosso come strumento “non letale”, la realtà tecnica e medica è ben più complessa e ambigua. L’arma rilascia una scarica elettrica capace di provocare una contrazione muscolare istantanea che immobilizza il soggetto. Eppure, studi medici hanno certificato che questa scarica può causare aritmia cardiaca, e in alcuni casi arresto cardiaco, anche in soggetti sani. Questo rischio aumenta esponenzialmente in presenza di cardiopatie pregresse, come nel caso di Gianpiero Demartis, o quando l’organismo è saturo di catecolamine e droghe che influiscono sulla circolazione sanguigna, come nel caso di Elton Bani.

La stessa Axon, azienda produttrice del Taser, ha dovuto ammettere un rischio di morte nello 0,25% dei casi. Non è una nota a piè di pagina: queste avvertenze sono nero su bianco nei manuali operativi consegnati agli agenti. Le Linee guida tecnico-operative adottate nel 2018 per la sperimentazione del modello X2 in Italia prescrivono di puntare alle gambe o alla parte bassa del torace, evitando zone vitali come testa, genitali e soprattutto l’area cardiaca. Lo stesso manuale raccomanda di chiedere immediato supporto sanitario dopo ogni scarica, e in particolare se la persona colpita diventa non responsiva.

Particolarmente critiche sono le posizioni di Amnesty International, che ha documentato numerosi decessi legati all’utilizzo di questi dispositivi. Amnesty International ha denunciato centinaia di morti a causa dell’utilizzo della pistola elettrica negli Stati Uniti dal 2000. L’organizzazione ha ribadito più volte che “il taser non è un’arma a rischio zero”, soprattutto quando utilizzato su soggetti in stato di alterazione o con problemi cardiaci.

 

Davide Falcioni