Siamo al trentesimo della ripresa, il Venezia perde e un gruppo di ultrą della squadra ospite č in tribuna laterale camuffato tra la tifoseria locale. La loro č una scelta ideologica "no alla tessera del tifoso", per cui niente curva, piuttosto tra la borghesia dello stadio. Ad un certo punto si alzano in gruppo e il capo in simpatico dialetto veneto grida verso i tifosi bustocchi:"ragazzi noi vogliamo bene alla Pro Patria, ma abbiamo fatto un sacco di chilometri per venire fin qui a vedere il Venezia, ci fate fare qualche coro per l'Unione?". I tifosi di Busto rispondono con un grande applauso e acconsentono. I ragazzi incitano dapprima i giocatori e poi la loro avversione alla tessera del tifoso. Alla fine si rivolgono ancora ai tifosi locali dicendo loro: "Grazie a tutti" e si rimettono seduti composti. I popolari coperti li hanno nel frattempo fischiati, ignorando la loro signorilitą nel chiedere per tifare, mentre qualche isolato trombone della tribuna li ha attaccati in quanto a suo parere non erano autorizzati a dissociarsi dalla tessera del tifoso, per fortuna zittito dai pił. E'una mentalitą vecchia e becera quella di non permettere ai tifosi ospiti di esprimere la loro in modo educato, che deve finire da subito. In mezzo a questo bel siparietto, ha stonato l'eccessiva preoccupazione degli stewards che si sono allarmati per questo tifo "concordato", circondando i ragazzi veneti e controllandoli come se stessero facendo chissą che. Questo si somma con l'insistenza a fine gara a voler far sfollare supervelocemente le persone, quasi dessero fastidio e le ingenti forze di polizia schierate oltre il cancello. Davvero non si capisce cosa si tema e che tipo di pericoli si intravedono in una stadio gią vuoto di suo e con le curve degli ospiti desolatamente senza un solo tifoso ormai da tempo. Tessera del tifoso, telecamere a circuito chiuso, biglietto nominale, stewards ad ogni angolo e forze dell'ordine all'esterno non bastano ancora ? Dobbiamo chiamare l'esercito? |