Pisa è da sempre una piazza particolare. Ha sempre fatto dei numeri incredibili, a prescindere dalle categorie e – ovviamente – in proporzione al bacino della città. Senza tornare troppo indietro a tempi gloriosi,credo basti citare i 3500 abbonati e i 5000 spettatori di media nei dilettanti appena due anni fa, ultimo anno prima della tessera del tifoso. Come tutti sanno dentro questa sala, da 30 anni a questa parte, molti giocatori, a tutt’oggi, a parità di condizioni, o addirittura anche dinanzi a trasferimenti in categorie superiori, scelgono Pisa “per la PIAZZA”, ovvero per i tifosi, perché hanno sentito dire da colleghi - o hanno visto in passato personalmente da avversari – la notevole ENERGIA derivante dalla presenza attiva di migliaia di persone insieme che fanno il tifo. Oggi, incredibile ma vero, anche a Pisa, ma è più giusto dire PERSINO a Pisa, lo stadio è diventato spettrale, appunto . Una grave perdita quindi, non solo in termini economici. Da 34 anni vado allo stadio da appassionato e da 17 anni a questa parte, stare ogni domenica 3 ore fuori da uno stadio, - on the road, senza scorte, senza biglietti omaggio, senza tribune stampa - è diventato il mio lavoro. Tralascio il fatto che negli ultimi anni ho ricevuto talmente tante segnalazioni di abusi, soprusi e assurdità assortite che avrei potuto fare tranquillamente un servizio ogni sera. Ma non posso tralasciare il fatto che la maggior parte delle lamentele proviene non tanto o non solo dagli ultras – un mondo che di solito, nel bene e nel male, tende ad autorappresentarsi e ad autodifendersi – ma esattamente da quel target di persone che l’avvento della TDT voleva riportare negli stadi. Io sono pressoché certo che la direzione intrapresa sia opposta al ritorno delle famiglie allo stadio. Sì certo, la superofferta televisiva, gli stadi vecchi, i parcheggi, i danni di immagine di scandali vari, tutto vero, ma siccome vedere una partita dal vivo è un’esperienza “sensorialmente” incommensurabilmente superiore a vederla in tv, credo che per giustificare i vuoti sugli spalti vada dato finalmente il giusto peso a un fattore altamente nocivo e cioè almeno rispetto alla teorica semplicità del paradigma allo stadio. Per non parlare poi di andare in trasferta, impresa ormai epica. Gimkane burocratiche, biglietterie chiuse di domenica, città che vai questura che trovi e quindi usanze e divieti che trovi, divieti di vendita ai residenti fuori regione, ai fuori città, divieto di vendita di più di un biglietto a testa, ai vedovi, ai radicali e a quelli con la forfora. LUCCHESI: lei oltre a un valente esperto di calcio è anche un manager: alla luce di questo ritiene che in un campionato, quello di serie C che non naviga certo nell’oro - e dove già da anni la classifica è modellata settimanalmente da tribunali che penalizzano le squadre per motivi di bilancio - la maggior parte delle società possano rinunciare a cuor leggero agli incassi derivanti da mancati abbonamenti di tifosi di squadre come Pisa, Lecce, Taranto, Avellino, Perugia, Salerno, in grado oltretutto di portare in trasferta migliaia di persone ogni volta e di far fare incassi cospicui a società che non superano i 200 paganti?? Le società sanno che questa della TDT è una normativa e non una legge perche altrimenti esiste il serio rischio che, come legge, sarebbe dichiarata anticostituzionale? Non trova che chi ha seguito il Pisa a Ponte Buggianese e a Gavorrano… che chi è fallito due volte in 14 anni e perfino nell’anno del Centenario… che chi si è visto negare la trasferta a Viareggio con le tifoserie gemellate da 20 anni… che chi si è visto negare le temibilissime trasferte a Siracusa, Gela, Foligno, pur essendo la prima volta che le società si affrontavano… che chi ha visto volteggiare un elicottero in cielo e ha assistito allo slittamento di mezzora dell’inizio di una partita (!) perché un intero stadio è stato fatto entrare da un unico cancello perché c’era un tamburo che non doveva entrare e la partita era Pisa-Chioggia… che chi ha già acconsentito al biglietto e all’abbonamento nominale, alle bibite stappate, agli ombrelli requisiti, al tornello, alla telecamera a circuito chiuso… che chi si è visto diffidare per aver interrotto una partita perché all’esterno era morto un ragazzo… che chi si è visto diffidare per lancio di carta igienica e la lista potrebbe continuare… ecco non ritiene che i tifosi del Pisa siano già abbastanza FIDELIZZATI da non meritare che un organismo terzo venga a dare il tesserino del bravo tifoso? Non le sembra strano che Pisa faccia meno abbonati adesso in C1 che nei dilettanti? Gli 8000 abbonati in più della Roma è sicuro che siano dovuti solo all’effetto Zeman o forse perché la Roma ha di fatto “mollato” il progetto TDT? Quale è il ricatto che vi tiene incollati a dei voleri controproducenti economicamente e sportivamente? Al Dott MASSUCCI, che va cmq ringraziato se non altro per essere venuto personalmente a dialogare, chiedo: le normative attuali, quelle che regolamentano l’accesso negli impianti e la scomparsa di quelli che io mi ostino a chiamare strumenti positivi di tifo (tamburi, fumogeni, coreografie, di cui non è morto mai nessuno), sono nate per buona parte nel 2007, nel post-Raciti e quindi furono conseguenti ad . Poi in Italia, come spesso succede lo straordinario diventa ordinario e nulla è più definitivo del provvisorio. Ma allora, visto che sbandierate sempre numeri ottimistici e tutti i fenomeni violenti sono in calo ci dice per favore QUANDO FINISCE QUESTA EMERGENZA?? Un mio collaboratore di Cassino (FR), tifoso dell’Inter oltretutto, si è presentato di recente a San Siro, al botteghino per Inter-Roma,- era in vigore il divieto di vendita di tagliandi per gli abitanti della regione Lazio - l’impiegata, ricevuta la carta d’identità gli ha chiesto “scusi, dov’è Cassino?” e lui gli ha risposto: in Campania, “ah, allora tenga il biglietto”. Non trova tutto questo assurdo? Perché il mio amico di Cassino dovrebbe essere meno pericoloso di uno di Caserta e viceversa? Considerare il tifoso sempre più come CLIENTE e meno come TIFOSO, considerare sempre più il calcio come INTRATTENIMENTO e non come GIOCO e soprattutto come RITO. Tutto ciò fa sì che alla fine lo stadio venga snobbato, esattamente come un ristorante o una discoteca di cui si inizia a parlare male. “Ah sai li ci si diverte poco, lì si mangia male” e di colpo il posto passa di moda e non ci si va più; mentre il tifoso allo stadio ci va, da che mondo è mondo, PER FEDE, PER PASSIONE e non perché si sta comodi o perché c’è il museo o il ristorante. Ci va per la propria passione. Ci va per assistere, in caso di brutto spettacolo in campo, ALMENO all’altro spettacolo, oltretutto gratuito, e cioè quello offerto dal tifo sugli spalti. Non penserete mica che, come clienti da intrattenere, in C1 e C2 la gente vada davvero per vedere lo spettacolo offerto dalle squadre in campo vero???????? Vi state approfittando della dipendenza del tifoso nei confronti della propria squadra, alzandogli sempre più l’asticella. Ma è un calcolo errato, prima di tutto eticamente: anche i tossici si disintossicano e anche gli innamorati si disamorano. E allora siccome, calpestando 35 anni di tifo “all’italiana”, vi state avviando a scimmiottare quando pseudo-modelli inglesi su cui sarebbe opportuno fare mille precisazioni, quando il wrestling americano, adesso subitene le conseguenze. Ah a proposito, quegli speaker cafoni che appena dopo un gol urlano e, se non basta, anche con l’ausilio di musiche trash coprono il rumore più bello del calcio e cioè sono ridicoli, patetici, qualcuno li faccia smettere. Anche perché non sono allo Yankee stadium ma se gli va bene sono a Grosseto con mille paganti Prima, non troppo tempo fa, avvicinandosi allo stadio, già da ore prima si sentiva cantare, c’era fermento, appunto; oggi è grassa se si sente qualche coro due minuti prima, giusto al momento della lettura delle formazioni. Io a volte sono lì fuori, a cento metri, a fare il servizio per striscia e alle 14.55 mi dico: ma giocano? Ma che succede? L’hanno rinviata? E invece, a parte sporadiche eccezioni, è la normalità. Complimenti. Concludo invitandovi a ricordare questo: la gente tornerà allo stadio ANCHE come infatti vado già all’Esselunga e in altri molti posti purtroppo. Al Dott. Massucci dico che se invece di quella del tifoso, vorranno istituire la tessera del buon senso - e me la lasciano comunque FACOLTATIVA, come usa in una democrazia - io sarò il primo a sottoscriverla. Perché per ora, io, e tanti altri, come clienti non saprei, ma come TIFOSI, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno Grazie e un cordiale saluto a tutti CM" |