NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

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IPOCRITI

 

Articolo del 20 ottobre 2007

 

Caro Federico,
ieri mattina in un Tribunale
FORLANI PAOLO (1961)
PONTANI ENZO (1965)
POLLASTRI LUCA (1970)
SEGATTO MONICA (1964)
si sono finalmente materializzati in udienza, al cospetto del giudice monocratico di Ferrara Dott. Francesco Maria Caruso.
E’ stata più che altro una fase "tecnica" in cui è stato anche stilato il calendario delle udienze che si terranno (29/11/2007, 07/12/2007, 12/12/2007, 11/01/2008, 30/01/2008, ecc.)
Quegli individui erano a tre metri da me.
Ora so chi sono e ogni notte ripercorrerò, fino alla fine, le immagini dei loro volti e delle loro espressioni, analizzando tutte le sensazioni negative che mi hanno trasmesso, ma la cosa incredibile è stata la dichiarazione spontanea (?) fornita da Pollastri Luca, a nome di quei quattro individui, che testualmente così recita:
- "Comprendiamo e condividiamo il loro dolore per la morte del figlio, nel contempo riaffermiamo con serena fermezza la convinzione della piena correttezza del comportamento da noi tenuto quella tragica mattina. Siamo certi che il dibattimento che oggi si è aperto saprà dimostrarlo, fugando tutte le ombre che sono state sollevate nei nostri confronti in questi due anni di calvario giudiziario"
Una dichiarazione letta su un foglio scritto a computer e chissà da chi... senza anima, senza niente.
Per dire cosa ?
Ci dispiace..., ma abbiamo fatto il nostro dovere (QUALE DOVERE ?) e soffriamo tanto per il NOSTRO CALVARIO GIUDIZIARIO.
A quel punto, ti confesso caro Federico, mi è mancato il respiro e dopo aver ascoltato queste frasi, intrise di infinita IPOCRISIA, sono uscito dall’aula per prendere una boccata d’aria.
Chissà se quei 4 individui (tutti e quattro) che Anne Marie dice di aver visto percuoterti con quattro manganelli, condividevano con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quell’individuo (uno di quei quattro) che Anne Marie dice di aver visto "pestare" verso di te prono a terra, condivideva con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quell’individuo (uno di quei quattro) che dagli atti... dice in una telefonata (con la centrale operativa) di averti bastonato di brutto insieme ai suoi colleghi (l’abbiamo)... per mezz’ora (anche un solo minuto sarebbe tanto), condivideva con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quelle grida di "basta" e "aiuto" inascoltate quella mattina, possano aver indotto "oggi" quegli individui a condividere con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quell’individuo autorizzato e istruito all’uso del defibrillatore (presente su una delle macchine di polizia di quella mattina, ma non usato...), condivideva con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se le loro facce fredde ed indifferenti che ho potuto osservare e immortalare nella mente erano di persone che condividevano con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quei quattro individui nell’asserire che quello da loro tenuto quella mattina vigliacca e assassina, con un epilogo mortale, sia un comportamento corretto e nella norma, condividevano con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quei quattro individui nel chiedersi quanti giorni (754) li ho aspettati per avere risposte (legittime ed umane), condividevano con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quei quattro individui nel chiedersi quante notti insonni e soffocanti abbiamo passato ad aspettarti, io e tua madre, nel freddo e nel buio della tua stanza, condividevano con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte;
Chissà se quei 4 ragazzi (definizione usata dal sig. graziano elio, l’allora Questore), bravi padri di famiglia...(definizione usata da uno di loro...) nel chiedersi cosa ha significato per altri esseri umani quel loro silenzio violentissimo in questi lunghi ed interminabili 25 mesi, per sentirsi dire proprio ieri in quel modo impersonale e distaccato: "SOFFRIAMO TANTO IL NOSTRO CALVARIO GIUDIZIARIO", condividevano con noi realmente lì in Tribunale, il dolore per la tua morte.
Lo ripeto per l’ennesima volta e ancora lo ripeterò: "tutti dobbiamo essere uguali di fronte alla legge e di fronte allo Stato, nell’obbligo di rispetto della stessa e nell’assunzione delle conseguenti ineludibili responsabilità in caso di suo mancato rispetto. Indipendentemente da ragioni di ruolo, di razza, di religione, di ceto, di divisa, di professione, di carica, ecc."
Ora il processo penale avrà il suo corso e la sua azione dovrà essere imparziale, esaustiva ed efficace.
Mi aspetto da tutti i componenti del Processo, esclusi gli imputati che già si sono espressi, nel rispetto dei loro ruoli, un comportamento leale, pulito, onesto, da UOMINI o DONNE, nel vero senso della parola.
Il 29 novembre 2007 la prossima udienza...
Un abbraccio infinito alle tantissime persone presenti ieri (anche con il pensiero), con divisa o senza divisa.
Il vostro è un grande cuore e credo che Federico e i tantissimi Angeli, vittime come lui dell’atrocità di certi comportamenti di demoni del genere umano, siano di Voi orgogliosi.
Federico non sarai mai solo, mano nella mano, cuore a cuore.
Sorridici se puoi.
Fino in fondo
Lino

 

dal blog della famiglia di Federico: http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it