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Militello: Un dispiacere non vedere striscioni, tamburi e coreografie negli stadi

 

In una lunga intervista rilasciata a "GMagazine", Cristiano Militello, inventore della rubrica Striscia lo Striscione, si racconta.

 

FONTE: La Roma.net

 

"Pur da “cane sciolto”-spiega l'inviato di striscia a chi gli chiedo come è nata la rubrica in tv - sono sempre stato un appassionato del mondo del tifo. Acquistavo in blocco decine di foto riguardanti striscioni ironici di tutta Italia, la goliardia scritta degli stadi nostrani. Ne ho accumulate centinaia così nel 2003 nasce l'idea di farne un’antologia. Dopo aver bussato a molte porte, anche le più famose, trovai Gino e Michele (i genitori di ZELIG), che intravidero subito la potenzialità del volume e mi pubblicarono con la Kowalski. Quel giorno nacque “Giulietta è 'na zoccola” (titolo che prende spunto da uno striscione esposto dai napoletani in una partita contro il Verona, n.d.r.) che vide la luce nel gennaio 2004. Fu un libro fortunato, ad agosto arrivò la chiamata di Striscia per studiare la possibilità di farne una rubrica che avesse lo stesso spirito del libro. Il 27 settembre prima puntata di Striscia lo striscione... Sembra ieri ma son passati 9 anni”. In questi nove anni tante cose sono cambiate all'interno degli stadi a partire dall'introduzione della Tessera del tifoso: "Ennesima asticella messa per alzare le difficoltà al tifoso che vuole solamente assistere a una partita. Scorretta e confessata a livello commerciale, negativa dal punto di vista del ritorno della gente allo stadio, ha portato una serie di problematiche aggiuntive di cui non si sentiva la mancanza”. Inoltre sempre meno striscioni si vedono all'interno degli stadi: "Mi dispiace. Ostacolare l'accesso degli striscioni (di tamburi, torce e coreografie) non solo nega una potenzialità di spettacolo - gratuito - cui il pubblico può assistere, ma contribuisce a far fare più rumore a quei pochi striscioni violenti. Noi non li abbiamo MAI fatti vedere, come non abbiamo MAI trasmesso quelli razzisti. E' una scelta. Non prestiamo la nostra enorme platea a messaggi assurdi. Così si farebbe il gioco degli autori, ad ingigantire le cose e a fare la morale peraltro sono già bravi in tanti...”. Tanti gli striscioni recensiti da Militello: "Il "semo tutti parrucchieri" -spiega- esposto da 5.000 romanisti in un Fiorentina-Roma fatto disputare di lunedì è geniale. Dopo i crac Parmalat e Cirio ci fu un Lazio-Parma di coppa Italia dove i laziali scrissero: "Chi perde paga il campo". Anche il "Semo venuti già menati" visto a un recente corteo studentesco mi ha fatto ridere molto”. Alla domanda "la partita che ti ha dato più lavoro in tema di striscioni", il "toscanaccio" non ha dubbi: "I primi anni della rubrica in ogni partita c'erano decine di striscioni, a tutte le latitudini, bei tempi. Tra i match più prolifici sicuramente i derby di Roma e Milano, poi Fiorentina-Juventus, Livorno-Milan, Inter-Juventus”. In tema di cimeli sportivi Militello rivela: "Non tanti: gli autografi di quando ero ragazzino, quelli sì, le sciarpe e le magliette le ho regalate alla Fondazione Sandri tranne una… La maglia del Perugia firmata dal giocatore più scarso che abbia mai calcato la serie A: Saadi Gheddafi. Penso sia davvero rara e l'ho tenuta”.