NON C'E' FEDE SENZA LOTTA

LA GENESI DELLA REPRESSIONE

NOI DA NOVE ANNI CONOSCIAMO LA VERITA'!

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Vergogna Derby capitolino: in Tribuna Tevere solo donne, Over 60 ed Under 14

 

Che in Italia si rasentasse da tempo il ridicolo in materia di ordine pubblico durante le manifestazioni sportive era ormai da tempo sotto gli occhi di tutti ma che si arrivasse al punto di vietare l'accesso in uno stadio secondo l'età ed il sesso era forse impensabile anche per i più pessimisti. Invece è esattamente quello che accadrà allo Stadio Olimpico di Roma il 7 Novembre in occasione del derby Lazio-Roma.
Andiamo per ordine: inizialmente la Lega aveva decretato, in accordo con il Ministero dell'Interno, che la stracittadina si giocasse alle ore 15 anzichè alle 20,45. Dal canto loro Osservatorio e Casms avevano già preannunciato che avrebbero preso decisioni drastiche per l'accesso al settore di Tribuna Tevere, quello dove di solito avviene qualche contatto tra le due tifoserie. Inizialmente si era anche vociferato di un derby in cui potessero accedere i soli possessori di Tessera del Tifoso, cosa che già di per se appariva assurda ed immotivata. Ieri invece è arrivata la decisione ufficiale: sarà aperto a tutti l'ingresso alle due curve ed alla Tribuna Montemario mentre per accedere in Tribuna Tevere, udite udite, ci vorranno i seguenti requisiti: tessera del tifoso e vendita libera per ragazzi al di sotto dei 14 anni, donne ed Over 60. Se il Signor Mario Rossi quindi compirà l'8 Novembre i suoi 60 anni può scordarsi il derby, stesso discorso per Claudio Verdi che proprio il 6 Novembre compie 15 anni. Oltretutto perchè le donne si ed i maschi no? Cartesio direbbe: Sogno o son desto?
Rischia così di crearsi un precedente a dir poco preoccupante per il nostro paese. La domanda è la seguente: è possibile impedire a dei cittadini italiani di accedere in un luogo pubblico in base al sesso ed all'età? La risposta sta nell'articolo 3 della nostra Costituzione:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Con questi presupposti come facciamo ad essere certi che tra uno, cinque o dieci anni lo stesso criterio non venga usato in altri campi della nostra vita quotidiana? Penso che non occorra essere poi così illuminati per comprendere che queste sono decisioni che vanno ben oltre il mantenimento dell'ordine pubblico durante una partita di calcio che, tra l'altro, dal 1927 all'Aprile 2010 si è sempre giocata con la presenza di entrambe le tifoserie e, non si scandalizzino i più morali e pudici cronisti di questo paese, ma gli incidenti avvenuti lo scorso anno nella tanto temuta Tribuna Tevere prima che ai tifosi sono da imputare a chi ha gestito quell'avvenimento. Ricordiamo infatti la totale assenza di un cordone di agenti quando gli incidenti ebbero inizio e la presenza invece di qualche decina di steward spauriti che (giustamente) non ebbero la voglia di rischiare le botte per 25€. Come la mettiamo? Lega, Ministero degli Interni ed addetti ai lavori tanto decantano il modello inglese giusto? Bene, siamo tutti d'accordo! Ma impedire ai tifosi di accedere allo stadio preventivamente e sempre preventivamente schedarli con una card che da inizio stagione sta solamente contribuendo a creare disordini e caos negli stadi italiani (vedi ultimi incidenti a Bologna nella curva San Luca tra bolognesi e juventini non tesserati), oppure chiudere settori ospiti vietando le trasferte non sembra neanche lontanamente modello inglese (alzi la mano chi di voi ha mai sentito o saputo di trasferte vietate in Inghilterra o di accessi discriminati in base a sesso ed età) ma più verosimilmente repressione da stato di polizia, in stile Cile di Pinochet. Troppo facile chiudere le autostrade per evitare gli incidenti, molto più difficile, e costoso, diffondere una cultura di "cività stradale".
Così anche noi, nel nostro piccolo, assisteremo al primo apartheid all'italiana (in fondo il concetto è lo stesso no?). E nessuno si scordi che lo stadio non è una zona franca ed astrusa dalla vita comune, ma un semplice laboratorio nel quale durante questi anni si sono sperimentate forme di repressione poi esportate nella società civile. Tornelli e Tessera per gli anziani bisognosi docet...