E’ singolare, quasi grottesco, il comportamento del nostro movimento calcistico. Si denuncia, giustamente, la scarsa affluenza dei tifosi da stadio. Dimenticando però il reale motivo di tanta disaffezione. Andare allo stadio è diventata un’impresa, una corsa ad ostacoli, con biglietti da prenotare, ritirare, esibire come fosse un percorso di guerra. C’era una volta la possibilità di alzarsi la mattina, dare uno sguardo al tempo, far salire in macchina un figlio o un amico e andare a vedere una partita. Quante volte è successo? Adesso, no. Adesso devi pensarci un mese prima, svolgere un’infinità di pratiche burocratiche, senza neanche sapere quando ci sarà lo spettacolo. Già, voi vi prenotereste a teatro se non vi dicessero quando va in scena il musical o la commedia? Fareste un abbonamento a scatola chiusa, senza sapere se vi sarà possibile esserci? Nel calcio succede e sempre a danno dei tifosi da stadio. Così la partitissima della giornata, Inter-Juve, si gioca di sabato alle 18, orario spesso in contrasto con le esigenze e le abitudini familiari. Ma almeno in questo caso c’è una ragione, la necessità di dare un po’ di riposo in più ai Campioni d’Italia in vista dell’impegno di Champions League. Però succede anche che, in una domenica già abbastanza svuotata con Fiorentina-Cagliari all’ora di pranzo, Parma-Roma – e se fossero stati impegnati la Sampdoria, il Milan o l’Udinese sarebbe stata la stessa cosa – insomma succede che una partita venga spostata al lunedì sera senza una reale motivazione. Non ci sono impegni europei, niente di così significativo. Quelli del Parma sicuramente sarebbero stati molto più contenti di andare allo stadio in un giorno festivo, senza doversi sdoppiare tra il lavoro e la passione. E i romanisti, (quelli con del tessera del tifoso perchè c’è anche questo problema da risolvere) in una partita che potrebbe anche portare al primo posto, avrebbero approfittato in tanti per fare una bella gita in una città meravigliosa come Parma, vedendo una partita per poi ritornare in città. Di lunedì, invece, quanti saranno? Ci saranno le famiglie, oppure i papà non potranno lasciare l’ufficio e i figli la scuola? Insomma, tutti pensano a fare gli stadi nuovi. Ma ai tifosi da stadio non interessa davvero a nessuno. Eppure non c’è nulla di più brutto, più desolante, che una partita in uno stadio deserto. |