Noi e loro. Noi, allo stadio. Loro davanti a uno schermo o a una tastiera del pc per la loro rubrichetta sul giornale di regime. E' tutto li' il problema. E' la stessa differenza che passa tra il fare sesso con una strafica o guardarla su youporn mentre fa sesso con altri. Nel caso del giornalista di regime, dal buco della serratura perché youporn e' troppo interattivo. L'insulto territoriale, per il curvaiolo (o almeno per la stragrande maggioranza di essi), equivale ai preliminari di un rapporto sessuale, che spesso sono persino meglio dell'atto in se', perché preludono ad esso. E così, tu sai che quando stai in curva aspettando che la tua squadra segni contro una delle rivali di sempre, il momento del gol deve essere necessariamente preceduto dall'insulto, anche territoriale perché il tuo rivale viene nella maggior parte dei casi da quella terra, così come hai un certo piacere a ricevere lo stesso insulto dal tifoso avversario, poiché nel momento in cui la tua squadra segna, il godimento e' a quel punto massimo: "romano oooooh, bastardo!!!" ma poi una casacca giallorossa si invola, scarta il terzino e insacca nel sette: "goooooooooooo!!!!!!!! Pijatevela 'nderculo!!!! A pezzidemmerda!!!!" oppure, a secondo delle latitudini, "sporchi terroni" o "polentoni di merda". Si gode più in curva che in tribuna, non c'è alcun dubbio. Figuriamoci da casa. Quando invece non c'è l'insulto territoriale per via di una più tenue rivalità il momento del gol e' più asettico, più simile alla trombatina di routine: pur sempre una trombata, per noi di stadio, ma di intensità minore, e senza preliminari: Roma/Chievo, nessuna rivalità ma stessa origine degli Hellas... Non c'è bisogno di insultarli, ma se segniamo, godiamo meno. Se in tv o davanti il vostro computer mentre scrivete i vostri blog sui giornali di regime questo godimento non lo si percepisce, problemi vostri. "Forza Vesuvio" e "Nerone bruciali tutti": non sarà politically correct, ma al gol delle nostre squadre sarà l'estasi. |