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L'ENNESIMA PAGLIACCIATA DELLO STATO ITALIANO: LA TESSERA DEL TIFOSO (ventunesima puntata)

 

Tifosi allo stadio col raggiro

 

A Lucca solo quattro gatti in curva, ma il tifo per i rossoneri era tutto in tribuna

 

Allo stadio «Porta Elisa» di Lucca, domenica scorsa al seguito del Foggia c´erano una decina di tifosi regolarmente identificati e fatti accomodare nel settore a loro adibito in curva. Tutti con regolare tessera del tifoso, il passepartout che dà diritto all´accesso anche in quegli stadi «blindati» alla tifoseria ospite. La trasferta di Lucca, chissà perchè, era vietata ai tifosi del Foggia (non risulta esserci rivalità fra le due fazioni, ma questa è un´altra storia). Eppure il vero tifo per rossoneri di Zeman si è levato dalla tribuna laterale, dove hanno preso posto centinaia di supporters tutti o quasi sotto mentite spoglie. Era da lì, non dalla curva dei tifosi ospiti (e quei quattro gatti del resto come avrebbero potuto farsi ascoltare dall´intero stadio?), che provenivano le urla di incoraggiamento per i ragazzi del boemo. Un incitamento forte e incalzante specie durante le fasi iniziali del match quando il risultato era ancora in bilico e il Foggia sembrava in partita nonostante lo svantaggio.
Eppure ufficialmente quelli che incitavano Sau e compagni non erano tifosi rossoneri. Sì, perchè ognuno di essi per potersi vedere comunque la partita aggirando la tessera del tifoso e le inconsistenti barriere federali, ha messo a punto una serie di stratagemmi per entrare ugualmente allo stadio. Un andazzo che va avanti ormai da qualche mese, dopo la prima fase di comprensibile studio. Ma che a Lucca, riteniamo, abbia raggiunto la sua espressione massima.
Saranno stati un cinquecento le persone che si sono introdotte al «Porta Elisa» spacciandosi per tifosi normali. In che modo? C´è chi si è fatto acquistare il biglietto dall´amico residente al Nord (le norme vietavano tassativamente la vendita di biglietti ai residenti in provincia di Foggia), qualcun altro (c´è chi può) si è fatto accreditare e dunque non ha nemmeno pagato il biglietto d´ingresso. E´ la solita storia all´italiana: fatta la legge, trovato subito l´inganno. Sta di fatto che al «Porta Elisa» è andata in scena, riteniamo, una rappresentazione comica di cosa oggi s´intenda per tessera del tifoso. Se l´obiettivo era quello di escludere dagli stadi le frange più calde della tifoseria, tanto di cappello all´intuizione del ministro Maroni. Ma l´idea è che oggi a farsi largo negli stadi siano soprattutto i furbi.