La Digos indaga sulla "beffa" dei pisani |
Potrebbe costare caro il raid di un nutrito gruppetto di tifosi del Pisa davanti alla Prefettura spezzina, messo a segno sabato pomeriggio mentre al Picco era in corso di svolgimento il derby. Sulla clamorosa "beffa" - la cui notizia è stata data in anteprima dal Secolo XIX - sta indagando la Digos che cercherà di identificare le persone che hanno partecipato all'incursione. Va detto comunque che per loro non sembra profilarsi nessun tipo di reato, a meno che fra gli ultras pisani non ci sia stato qualche diffidato (anche se ci fosse stato, non è reato comunque, n.d.L.). Costoro sì che rischierebbero, e molto (ho seri dubbi al riguardo, n.d.L.). I tifosi nerazzurri hanno giustificato il raid-beffa come risposta clamorosa alla decisione dell'osservatorio, avallata dalla prefettura spezzina, di vietare la vendita dei biglietti a Pisa e quindi impedendo di fatto la loro trasferta in occasione del derby. Come già scritto nell'edizione di ieri gli ultras toscani - venti, trenta in tutto - hanno esposto uno striscione nel palazzo di fronte la Prefettura, scandito qualche slogan. Poi hanno rimesso tutto negli zaini e sono andati via. «Abbiamo dimostrato - hanno detto sarcasticamente - che nonostante tutti i divieti siamo riusciti ad aggirarli, ad arrivare a Spezia indisturbati e a dimostrare la nostra contrarietà alla decisione proprio davanti alla sede di chi l'aveva presa». Un brutto colpo all'immagine delle forze dell'ordine locali che avevano assicurato di aver pianificato tutto - allo stadio, pur senza tifosi avversari c'erano 250 fra poliziotti, carabinieri e altre forze di polizia - ma che hanno lasciato una "falla" proprio davanti ad uno dei possibili obiettivi. |