La partita del cuore si gioca con l’ardore e la passione che si mette quando si canta sugli spalti. Con il sacrificio e l’impegno che ci vogliono per tirar sino a notte a “pittare” uno striscione o a preparare una scenografia. Con l’orgogliosa e stoica ostinazione di chi vive un mondo per molti “proibito”, eppure pieno di valori che – se si conoscessero davvero – in parecchi potrebbero cambiar idea sul loro conto. Si chiamano ultras, e in tanti (troppi) ne ignorano l’animo sensibile e l’attenzione nel sociale. Chi c’era, nella manifestazione di ieri a Roma, ha scoperto qualcosa ch’è bello raccontare, perché non si leggerà mai su una relazione dell’Osservatorio sul tifo violento né nelle cronache a volte prestampate di “derby a rischio ordine pubblico”. La partita del cuore per dire «sì» al “Metodo Stamina”, che dà speranza a una cinquantina di bambini e alle loro famiglie soltanto in questa provincia, unisce gli ultras al di là dell’appartenenza e del campanilismo. E così capita che sullo stesso fronte si ritrovino a “battersi”, insieme, i supporters di Salernitana e Cavese. E fa nulla se quella tra granata e aquilotti è e resta, non da ora ma dalla notte dei tempi, una delle rivalità più accese del calcio italiano. Non si sono mai amate queste due tifoserie “cugine” solo per vicinanza geografica, né riusciranno mai farlo in uno stadio, però per dar manforte a una causa ancor più importante di quella delle rispettive squadre, vale a dire la sfida per la vita di tanti bimbi che il destino ha messo a durissima prova troppo presto, non hanno avuto remore a unire le forze. Lo promisero un mese fa, in piazza Caduti di Brescia a Salerno, nel cuore del quartiere Pastena, in occasione della visita del professor Vannoni, il “padre” della cura con le staminali ch’è stata bocciata dal Ministero della Salute dopo il «no» del Comitato scientifico nazionale: «Non vi abbandoneremo. E se occorrerà vi “scorteremo” anche nella capitale». Ieri le delegazioni ultras di Salerno e Cava de’ Tirreni, che – come altre tifoserie italiane – già da mesi con striscioni e partecipazioni hanno giurato sostegno al “Metodo Stamina”, hanno mantenuto la promessa, manifestando a Roma. Al fianco dei bimbi. E delle loro famiglie che hanno voglia d’aggrapparsi a una speranza. È davvero la partita del cuore. |