Un piccolo calo di Sky (vedi Spy Calcio del 14 gennaio), compensato da Mediaset Premium: crescono gli ascolti televisivi delle due pay-tv che trasmettono il campionato di serie A (fonte l’efficiente Centro Studi della Lega maggiore). Al termine del girone d’andata la media di telespettatori a giornata è di 9,2 milioni (record all’ottava con 11.394.185), con 8 partite seguite da oltre 3 milioni di telespettatori. In termini di audience la gara più vista è stata Juventus-Roma del 18° turno (3.911.159, share del 14,55%), considerando la share il primato va invece a Inter-Juventus dello scorso 14 settembre (23,06%, audience di 3.002.306). C’è un divario enorme fra sei squadre (Juve, Inter, Milan, Napoli, Roma e Lazio) e le altre, a conferma che è un campionato modesto e bisognerebbe davvero scendere a 18 per ridare interesse. Ecco qualche dato che conferma questo abisso: Juventus-Roma 14,55% share, Lazio-Inter 9,18%, Napoli-Samp 9,13%. Poi il crollo: Samp-Parma 0,17 %, Torino-Chievo 0,31%, Verona-Lazio 0,50%… Sono due mondi diversi. Per quanto riguarda gli spettatori, al termine del girone d’andata la media in Serie A TIM è in crescita rispetto allo stesso periodo delle ultime due stagioni: 23.740 presenze a partita contro le 23.392 dello scorso anno (+1,5%) e le 23.072 di due anni fa (+3%), per un totale di 4.484.661. Questo dato, proiettato a fine stagione (8.969.322), permetterebbe di registrare un aumento di oltre il 5% rispetto alla media finale del campionato 2012-2013, concluso con 8.584.596 spettatori allo stadio, e di avvicinarsi ai 9 milioni totali, livello superato solo in due occasioni (2004-2005 e 2008-2009) negli ultimi 12 anni. Milan, Inter, Roma, Napoli, Juventus sono quelle che fanno più spettatori. Ma conta soprattutto l’indice di riempimento e lì vince facilmente la Juve, il suo stadio sovente tocca il tutto esaurito. Una volta (nel lontano 1984-’85) la media sfiorava i 39.000 a partita mentre nel 1999-2000 si scesi a 29.730 e il calo poi è stato progressivo, salvo negli ultimi tempi quando c’è stata una frenata. Perché gli stadi non si riempiono più? Molto spesso si dà la colpa agli impianti che sono vecchi, fatiscenti e pericolosi, e al caro-prezzi. Gli stadi erano vecchi anche in passato ma erano pieni, e i biglietti-è vero- costano più cari che in Germania dove hanno salari medi più alti dei nostri ma (molto) meno cari rispetto all’Inghilterra (eppure gli stadi sono strapieni e c’è la lista d’attesa per abbonarsi). I nostri club, in un momento di crisi come questo, dovrebbero sforzarsi per venire incontro ai loro tifosi, soprattutto i più fedeli, abbassando i prezzi. Lo hanno fatto Toro e Atalanta, con ottimi risultati. Non lo ha fatto il Sassuolo (35 euro una curva). Poi, è chiaro che abbia influito la crisi: costa meno vedere il calcio in tv. Per una famiglia (padre e due figli, ad esempio) è diventato molto impegnativo andare in uno stadio. In più, c’è anche la tessera del tifoso che doveva facilitare gli accessi ma a volte li ha penalizzati. Speriamo che il Viminale ci metta presto mano. |