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Jacobelli: se la Lega ce l'ha con i tifosi Lazio lo dica chiaro

 

FONTE: Calcio Mercato

 

Cari Amici di calciomercato.com, immaginando abbiate avuto molto di meglio da fare nel week end, probabilmente vi sarà sfuggito il chilometrico comunicato ufficiale della Lega Calcio di Serie A.
Con tono grave e severo, esso denuncia "la gravissima violazione dei diritti delle società sportive ad essa associate, che viene attuata da alcune tifoserie le quali, accampando imprecisati diritti di proprietà "morale", pongono in essere azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori".
Citando il leggendario Crozza quando imita Napolitano nel Paese delle Meraviglie, potremmo dire si tratti di un monito vivo e vibrante. In realtà è un autogol clamoroso. Non c'è uno straccio di nome e cognome; non c'è un riferimento a fatti, episodi, persone; nulla di nulla. Un alto esercizio di indignazione fine a se stessa, perchè indignati, invece, sono i tifosi del Cagliari per la vergogna del Sant'Elia che dura da anni o i tifosi di tutte quelle squadre i cui stadi sono fatiscenti, obsoleti, insicuri e ai quali la Lega dovrebbe chiedere scusa una, dieci, cento volte.
Altro che fare la predica e criminalizzare intere tifoserie sparando nel mucchio.
Altro che scrivere: "Al grandissimo rispetto che la Lega e le società sportive hanno sempre avuto nei confronti delle tifoserie deve corrispondere analogo rispetto da parte di queste ultime nei confronti dei club e dei loro dirigenti.
Da qualche tempo alcune società sono sottoposte ad una vera e propria aggressione, non solo morale, che incide sulla serenità dell'ambiente e sulla capacità di generare risorse da reinvestire negli stessi club: e questo avviene, ad esempio, con azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi o con l'esibizione di cori e striscioni al solo fine di provocare sanzioni a danno delle società sportive.
Ancora più grave è il danno di immagine causato da cori orchestrati di insulti ed intimidazioni che, ripresi dalla stampa e dai media, colpiscono l'immagine del nostro calcio, delle società e delle loro città...".
Al tempo, Beretta e associati. Un conto sono le azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi, cioè la protesta contro lagestione Lotito dei tifosi laziali i quali hanno il sacrosanto diritto di esprimere con civiltà le loro critiche, il loro sacrosanto desiderio di avere una squadra e una società sempre più competitive e, se decidono di non andare allo stadio pur avendo pagato l'abbonamento, dimostrano semmai quanto tengano alla Lazio.
Un altro conto sono i cori e gli striscioni razzisti, volgari, infami attecchiti negli stadi anche a causa di anni di colpevole lassismo, di inerzia, di assenza del Sistema Calcio che adesso invoca l'intervento delle autorità, dopo essersi inventato l'ipocrisia delle "discriminazioni territoriali", non avendo il coraggio di chiamare i razzisti con il loro nome. Ma dove caspita era la Lega in tutto questo tempo?
E per favore, Beretta e associati ci risparmino le lezioni di giornalismo: i media raccontano ciò che accade nel Paese delle meraviglie, anche nella sezione calcio e continueranno a farlo, alla faccia di chi vorrebbe imbavagliarli. Ognuno faccia il suo mestiere.
E' chiaro il concetto?

 

Xavier Jacobelli