La stagione calcistica 2010/11 passerà alla storia come la stagione della “Tessera del tifoso”, e contemporaneamente come la stagione del definitivo svuotamento degli stadi e della deriva del calcio italiano. I principali promotori di questa porcata (Maroni, Abete, Massucci, e buona parte degli “addetti ai lavori”) hanno tentato in tutti i modi di nascondere il loro fallimento, ma ormai la realtà è sotto gli occhi di tutti, e chi si ostina a non volerla vedere ha solo due risposte: o non ci viene proprio allo stadio, oppure è in malafede ed ha interessi (di preferenza elettorale, quando non parliamo addirittura di gente che è “parte in causa”) che lo spingono a sostenere una ragione contro ogni evidenza. Ultimamente si è tornati a parlare di tessera, in una vera e propria “propaganda-bis”, dalla pubblicità occulta fatta da “Un posto al sole”, fino a quegli organi di (dis)informazione che hanno fatto passare la notizia (fasulla) dell’obbligatorietà prevista per la prossima stagione; e spostando l’attenzione sui fallimenti delle squadre italiane in Europa come effetto della violenza negli stadi (in questo ci sono arrivati i soliti “furbetti del quartierino”, ovvero i pennivendoli che lavorano alla “Cazzetta dello Sport“). In questo articolo cercherò di mettere in evidenza questi aspetti, sottolineando come invece si stia andando pian piano verso l’inevitabile sconfitta della Tessera del Tifoso, condannata dai fatti prima ancora che dai tribunali…
SPAVENTARE LA FOLLA… UItimamente si è diffusa la voce incontrollata secondo la quale la Tessera dalla prossima stagione diventerebbe obbligatoria per tutte le trasferte. In realtà secondo l’Avvocato Contucci di Roma, tutto ciò non sarebbe possibile: “Dovrebbero classificare come “ad alto rischio” qualsiasi incontro di calcio di serie A, B e Lega Pro; cosa molto difficile da fare, soprattutto quando si va dicendo da mesi che “la situazione è decisamente migliorata”. A febbraio c’era anche stato un incontro al Viminale relativo proprio alla Tessera, da cui è uscito un protocollo di cui è sempre l’Avvocato Contucci che ne parla: “E’ quello che già accade a Roma da qualche tempo. Ci sono tre tipi di gara: Gara ad alto rischio (lasciamo stare le modalità ridicole con le quali una partita viene indicata come tale, vedi Chievo/Roma); Gara a rischio; Gara senza specifici profili di rischio. Per le gare ad alto rischio, il CASMS, su proposta dell’Osservatorio, indicherà le misure di limitazione territoriale nella vendita dei tagliandi, così da determinare di fatto la presenza allo stadio dei soli tesserati del tifoso della squadra ospite, che dovranno essere collocati nel settore loro riservato. Per le gare a rischio (potenziale e non concreto), i non tesserati potranno acquistare i biglietti, così come i tesserati. L’obiettivo è però quello di favorire i tesserati non riferimento alla visuale del match e quindi, secondo il sottoscritto, i non tesserati (più caldi) verranno messi nel settore ospiti per separarli fisicamente dalla tifoseria di casa, i tesserati verranno collocati in un settore diverso. Naturalmente questa scelta non tiene conto del fattore che spinge un tifoso ad andare in trasferta: stare insieme agli altri tifosi, possibilmente più caldi: continueranno quindi ad aversi i settori dei tesserati semivuoti e quelli dei non tesserati pieni, ed affollati anche dei tesserati pentiti. Per le gare non a rischio, ritenute essere l’obiettivo della strategia, non ci sarà alcuna limitazione e quindi – tutti insieme appassionatamente – avremo sia i possessori della tessera del tifoso che i cattivoni ribelli nello stesso settore che, ci scommetto, sarà quello ospite, con buona pace anche in questo caso del concetto di “trattamento particolarmente attento ed idoneo ad invogliare anche altre persone ad aderire al programma di fidelizzazione”.”. Tradotto in soldoni non cambia nulla. Certo, quest’anno abbiamo avuto un’escalation di partite vietate senza nessuna logica (Parma-Sampdoria, Milan-Brescia, Chievo-Roma…) che non può continuare in eterno. Ma ci sono stati anche dei grossi passi in avanti: il Garante della Privacy ha stabilito che i moduli di sottoscrizione della tessera di molte società non sono regolari; e successivamente lo stesso Osservatorio ha stabilito che la tessera del tifoso non è più obbligatoria per i minori di 14 anni. Inoltre il protocollo per la prossima stagione prevede una clausola per i club, che potranno aprire a tutti una trasferta a rischio “sotto la loro responsabilità”. E qualcosa di simile lo stiamo vedendo già in questi giorni relativamente alla trasferta dei tifosi del Bari a Milano… Insomma, questo “mito” della tessera obbligatoria dal prossimo anno va sfatato. La sensazione è che non sappiano nemmeno al Viminale che pesci pigliare…
I 200 “ELETTI”. La clausola della “trasferta aperta a tutti” che dovrebbe entrare in vigore nella prossima stagione in realtà è in fase sperimentale già questo week end in occasione di Milan-Bari. Pare infatti che la società barese, col benestare dell’Osservatorio, possa selezionare 200 tifosi fra i “non tesserati” a cui concedere l’ingresso a San Siro. Per me, questo si può tradurre come un chiaro segnale di cedimento: gli stadi sono vuoti, la tessera ha fallito, cerchiamo di riportarci i tifosi… Però non si può fare marcia indietro completamente, si rischia di farsi ridere in faccia! Ed allora via ad un’apertura “selezionata”, un contentino che si da ai tifosi in vista della prossima stagione, quando tutto ciò potrebbe diventare “la regola”. E chiaramente con una mano si da, con l’altra si toglie, come sempre. Ora, se i tifosi del Bari sono intelligenti rifiutano questa proposta: o tutti o nessuno! Assistere alla partita della propria squadra del cuore è un diritto, non un privilegio… Notizie dalla Puglia asseriscono che in realtà la prevendita dei biglietti si sta svolgendo in maniera regolare, senza nessuna limitazione, e che coloro che sono già in possesso del prezioso tagliando sono molti di più di 200. Meglio così, ma in ogni caso io sono per il rifiuto. L’elemosina non serve a nessuno, al calcio invece servono gli stadi pieni: chi ha ragione?
IL BANDOLO DELLA MATASSA. Rimane ancora un grande interrogatorio in piedi: l’incostituzionalità dell’Art.9, vero e proprio “bandolo della matassa” di tutta la questione relativa alla tessera del tifoso. L’Articolo 9 infatti prevede che le società non possono cedere titoli d’accesso agli stadi a tutti coloro che siano stati destinatari di provvedimenti di interdizione dagli stadi, secondo la legge n.401/89. In poche parole, stando sempre a ciò che dice l’articolo, chi ha preso nel corso della sua vita anche una sola diffida nei primi anni ’90 non potrebbe usufruire della Tessera del Tifoso, anche se la volesse. Chiaramente si tratta di una norma “ambigua”, con la quale tagliare fuori dagli stadi tutti coloro che sono a torto o a ragione considerati “elementi scomodi”… Già a settembre Maroni si era espresso a riguardo, dicendo che in realtà la sola limitazione riguarda solo coloro che hanno un Daspo in corso (misura che comunque, anche in assenza di Tessera del Tifoso, non ti consentirebbe di mettere piede in nessuno stadio) o che hanno riportato condanne per reati da stadio negli ultimi cinque anni: fatta premessa che non esiste nulla di scritto a tal proposito e che molte questure continuano ad applicare la legge secondo la loro interpretazione (il che è normale, quando siamo di fronte ad una legge ambigua); rimane comunque un provvedimento che va contro la Costituzione, la quale prevede che una legge penale non possa essere retroattiva e che un soggetto non possa pagare due volte per lo stesso reato. In questo senso è fondato il ricorso presentato al Tar, che dovrebbe esprimersi ad Aprile (doveva esprimersi a dicembre, poi a febbraio, poi a marzo… cercano di prendere tempo). Facendo un ragionamento un pò “globale”, molti sarebbero disposti a sottoscrivere la Tessera del Tifoso turandosi il naso, ma l’inaccettabilità è determinata proprio dall’Articolo 9: chi avrebbe la faccia di abbonarsi e di seguire la propria squadra in trasferta quando molti tuoi amici e compagni di curva non lo possono fare per un capriccio della questura?
IN CONCLUSIONE. A conclusione di tutto ciò, possiamo dire che al Viminale non hanno nessun programma e nessun progetto: stanno navigando a vista, non sapendo dove sbattere la testa. Mi sembra chiaro che certe “aperture” vengono valutate anche in prossimità di una prossima sentenza del Tar che metta fuori legge l’Articolo 9. Insomma, si tratta di aspettare, di tener duro: la tessera, così com’è, non avrà futuro! |