Se n'è accorto finora solo il giornale più letto a Genova: è diventata definitiva la prima condanna contro i poliziotti che, dieci anni orsono, si scatenarono contro persone inermi, colpevoli solo di aver osato manifestare a Genova. Si tratta della sentenza del calcio in faccia in Corso Barabino. La foto ha fatto il giro del mondo, un agente in borghese che prendeva la rincorsa per colpire un ragazzino di Ostia, 17 anni, già male in arnese per il trattamento poliziesco, e tenuto fermo da altri eroi travisati. Poco dopo i carabinieri, sparando e usando armi improprie, avrebbero caricato illegittimamente un corteo regolarmente autorizzato. Negli scontri, uno di loro sparò negli occhi a un ragazzo di 23 anni che provava a sollevare un estintore per difendersi dalla pistola spianata. Torniamo al calcio in faccia, perché qui un processo c'è stato, per Carlo Giuliani no. Un anno di reclusione a lui, otto mesi ai suoi pard, quattro poliziotti. Lui è Alessandro Perugini, vice di Mortola alla digos di Genova, picchiatore, fabbricatore di prove false per giustificare gli arresti, mattatore anche a Bolzaneto. Solo il gioco delle prescrizioni gli farà restare sulla fedina penale il falso in atto pubblico. Tanto il Viminale non ci fa caso, manco fossero medaglie al valore. Anzi, nel 2005 uscì la notizia che Perugini (e Canterini) aveva ricevuto il massimo dei voti nella valutazione del servizio dell'anno 2001. Il capo della Commissione era De Gennaro, condannato anche lui per istigazione alla falsa testimonianza proprio dell'allora questore di Genova sul mistero della spedizione punitiva alla Diaz. Restano vividi, grazie alla controinformazione, il viso sfigurato di quel ragazzino di Ostia e il suo grido: «Fate schifo!». E proprio uno dei condannati con Perugini verrà intercettato, tempo dopo, mentre avvisa il questore e il capo della digos di allora di essere nel mirino della procura. Tutto ciò mentre a Genova prosegue il lavorìo di preparazione delle iniziative per il decennale di quelle giornate. Non solo la denuncia della repressione ma le ragioni stesse della mobilitazione "no global" sono di un'attualità sconcertante. Stamattina al circolo Bianchini di Rifondazione si terrà l'assemblea nazionale del coordinamento Verso Genova 2011. All'ordine del giorno: i rapporti con Palazzo Tursi e gli altri enti locali, le mobilitazioni per i prossimi G8 e G20, il vaglio delle proposte pervenute finora, la preparazione degli eventi di apertura, il corteo del 23 luglio e l'assemblea internazionale del giorno appresso. Un percorso che già può avvalersi di contributi importanti come quello del Legal team Italia, i legali che seguono le manifestazioni, che hanno svolto a Napoli un convegno per riflettere sulle torsioni autoritarie in piazza e nei luoghi di lavoro. L'introduzione a quel convegno, di Ezio Menzione, è disponibile sul sito di Liberazione, nella nuova rubrica dedicata alla strada per Genova. |