Non c’e’ fede senza lotta e’ il motto che racchiude il senso del nostro agire, il nome che abbiamo voluto dare alla nostra voce. Oggi aggiungiamo che non c’e’ lotta senza sorriso! Il sorriso e’ il termometro della convinzione in quello che si fa. L’amicizia arricchisce le vittorie, ma anche le sconfitte. Cantare novanta minuti, quando il Teramo vince, così come quando perde, cantare anche da fuori, lavorando di fantasia, immaginando cio’ che sta accadendo e farlo senza nessun problema, perche’ il nostro e’ un sentimento folle, e’ amore vero. E non abbiam bisogno di parole – come direbbe qualcuno - non c’e’ nessun argomentare, filosofeggiare su sottoculture giovanili o pseudo stili di vita e altre amenita’: certe cose o ce l’hai in petto o non ce l’hai. Osare per vivere a modo proprio, ma farlo senza nessun obbligo morale, farlo con il sorriso sulle labbra, perche’ ti appartiene, così come appartiene alla gente come te, chi puo’ esserci e chi no. A Sant’Arcangelo di Romagna, appena arrivati, abbiamo subito capito l’aria: sul botteghino aperto campeggia enorme la scritta “SOLO CON TESSERA DEL TIFOSO”, a fiaccare ogni speranza, come nel migliore inferno dantesco, ma non la nostra proverbiale cocciutaggine e così, come di consuetudine, si prova ad entrare senza tessera. Gli occhi sbarrati del giovane posto all’interno del gabbiotto, come se gli avessimo chiesto di far sgorgare acqua da una roccia, come unica risposta. Ci guardiamo intorno e scegliamo un posto dove rimanere fuori. Di fronte a noi, a coprire i giocatori in campo, una rete verde, di quelle a maglia fittissima; si distinguerebbe solo l’ombra dei giocatori, se non fosse che un meraviglioso sole fa luccicare il biancorosso della nostra gloriosa maglia. Basta poco e la magia, il rituale del quale fenomeni da baraccone che hanno la presunzione di legiferare sulle nostre vite vorrebbero privarci, si manifesta di nuovo, stupisce sempre, nel suo rigenerarsi all’infinito, che sa del miracoloso ed assume il suo significato piu’ profondo quando la tribu’ fuori si raccoglie per ricordare i fratelli che accompagnano i nostri passi e vivono nel nostro ricordo, quando poi si scompone tra capriole e spintoni. I cori, guardandosi in faccia, caricarsi a vicenda, non mollare, novanta minuti di tifo: la nostra tradizione. Non rinunciamo a quello che siamo, anche se, in questo momento, lo conquistiamo a piccoli morsi, non perche’ siamo autolesionisti o ci piace vivere di utopie, ma piu’ semplicemente perche’ siamo stufi di elemosinare sacrosanti diritti. Forse non cambiera’ nulla sotto al cielo grigio che ogni giorno nulla di buono promette sopra le nostre teste, ma crediamo che il nostro amore, per questa maglia e per questa citta’, abbia una dignita’ che va difesa. TUTTA LA VITA TERAMO. |