Era arrivata in Italia da pochi giorni dalla Polonia, senza conoscere una parola di italiano. L'avevano arrestata per un banale furto in un centro commerciale e poi portata, in attesa del processo, nella cella di sicurezza di una stazione dei carabinieri. E' stato proprio là, in quella caserma in un piccolo comune alle porte di Milano, che la ragazza, appena 19 anni, stando alle indagini della Procura milanese è andata incontro a una terribile umiliazione: abusata per due giorni dal militare più alto in grado. Così il comandante della stazione dei carabinieri di Parabiago, Massimo Gatto, 47 anni, è finito in carcere per aver costretto la ragazza a subire 48 ore di violenze. Ma non solo. Emerge dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto, Pietro Forno, e dal pm Cristiana Roveda oltre dall'ordinanza firmata dal gip Enrico Manzi, che il maresciallo sarebbe anche un violentatore seriale. Nei capi di imputazione gli vengono contestati altri sei episodi nei confronti di altrettante donne di cui l'uomo avrebbe abusato o che avrebbe cercato di molestare. Prostitute o donne che per una denuncia o per un consiglio si erano presentate in caserma. E gli investigatori del comando provinciale di Monza hanno individuato altre quattro donne che hanno subito abusi dal militare, alla fine degli anni Novanta. In questo caso, però, i fatti di reato risultano prescritti. Il sospetto degli inquirenti è che ci siano anche altre vittime e per questo Forno, che guida il pool reati sessuali, ha lanciato un invito a tutte "le persone che hanno avuto esperienze similari" di rivolgersi ai carabinieri o alla stessa Procura di Milano. La ragazza polacca era stata arrestata il 15 gennaio scorso per aver rubato dei giochi elettronici in un centro commerciale. E' stata rinchiusa ella camera di sicurezza della stazione, in attesa del processo per direttissima. Il comandante Gatto, stando all'ordinanza, le si è avvicinato, invitandola a uscire dalla cella per fumarsi una sigaretta con lui in bagno, dove poi sarebbero avvenuti gli abusi. Ripetuti anche nelle ore successive e il giorno seguente, non in cella ma sempre dentro la caserma. La ragazza dopo aver patteggiato la pena in tribunale, il 17 gennaio, si è precipitata negli uffici della Polfer di Milano per presentare la denuncia per le violenze subite. Denuncia che è stata trasmessa al pm di turno, il quale ha subito ascoltato il racconto della giovane. Gli inquirenti hanno poi raccolto le testimonianze dei colleghi del comandante, dalle quali è emerso che l'uomo poteva aver avuto gli stessi atteggiamenti con altre donne. Le quali, invitate a denunciare in passato, non l'avevano fatto. Sentite dai pm nell'inchiesta, però, sei donne, tra cui due sorelle, hanno raccontato di aver subito violenze o tentativi di violenza fra il 2004 e il 2010. Tra queste, emerge dall'ordinanza, ci sono una prostituta romena, una ex prostituta che si era presentata in caserma per una denuncia, un'altra donna che era andata nella stazione per un problema con la patente, altre due che si erano presentate per una denuncia. Infine, una donna che era andata nella stazione a esporre la sua difficile situazione coniugale. In più i pm sono riusciti a ricostruire anche gli abusi sessuali subiti da altre quattro donne negli anni Novanta, ma quei fatti sono oramai prescritti. Gatto è accusato di violenza sessuale aggravata per aver agito nei confronti di una persona in stato di privazione della libertà, di concussione sessuale e perquisizione arbitraria, perchè avrebbe perquisito la ragazza straniera, quando già erastata controllata da un militare donna. L'interrogatorio di garanzia è fissato per venerdì davanti al gip Manzi. |