Altra trasferta toscana, l’ennesima volta di sabato, ma non c’e’ tempo neanche di rimuginarci troppo che siamo gia’ in viaggio, qualcuno in meno del previsto per la verita’ e con uno spaventoso ritardo accumulato per i “soliti imprevisti” di cui, a quanto pare, proprio non riusciamo a fare a meno. Ci sciroppiamo cosi i circa 550 km che ci separano da Carrara con tempi da record, grazie alla vena fin troppo sportiva di qualcuno alla guida, in barba ad ogni regola del codice della strada ed arriviamo nella citta’ dei marmi giusto prima del calcio d’inizio. Ad attenderci il solito schieramento di blu, oggi anche piu’ sostanzioso del solito, se possibile, neanche a dover affrontare l’invasione di orde barbariche, di gente pronta al saccheggio, alla devastazione, al vilipendio della “res publica”, salvo poi dimostrare di quanto questa gestione delle cose diventi inefficace quando certi avvenimenti accadono davvero, piu’ per manifesta incapacita’ di chi deve gestirli, in verita’, che per la reale pericolosita’ di moderni “lanzichenecchi” lasciati a crogiolarsi nei centri storici delle nostre citta’. Quello che invece questi signori si trovano davanti e’ un pulmino di non tesserati che provano, come sempre quando gioca il nostro Diavolo, a ribadire un concetto fondamentale: non si puo’ barattare la propria dignita’ per mendicare quello che, per colpa di una maledetta scheda, da sacrosanto diritto acquisito e’ divenuto un privilegio. Beh, noi non ci stiamo e se a chi gestisce questa pagliacciata va bene che uomini liberi vengano privati della possibilita’ di vedere riconosciuti i propri diritti, debbano rinunciare ad una libera scelta e sottostare ad un ricatto inutile, con la discriminante di una partita di pallone, a noi no, non va bene e, a “questi prezzi”, noi non entriamo. Andra’ cosi anche stavolta, rimarremo fuori ma, credeteci, sara’ valsa come sempre la pena.