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Calcio, scontro sulla fidelity card tra la Questura e il Taranto

 

TARANTO - La campagna abbonamenti subisce un primo colpo. La card, promessa e realizzata dal Taranto, la cosiddetta “Taranto siamo noi. Tutti noi”, non piace alla Questura. Proprio qualche giorno fa era stata annunciata dal sito ufficiale della società rossoblù, ma appena il tempo di avere i primi riscontri e il Gos ne vuole vietare la vendita.
Per la Questura sarebbe un trucco per evitare la “tessera del tifoso”, ma il Taranto nel giro di pochi minuti ha chiesto l'intervento delle autorità competenti. Ieri a mezzogiorno il questore Mangini aveva intimato (siamo alla follia) all'As Taranto di sospendere in via preventiva la vendita della fidelity card e nel frattempo ci si sarebbe dovuti riunire ad un tavolo al quale avrebbero preso parte le autorità, a cui il progetto doveva essere presentato e descritto in ogni particolare.
Non ci ha messo molto tempo il Taranto a rispondere e, chiedendosi perché mai dovevano essere vietate le tessere e poi perché attorno ad un tavolo con le autorità. Così, nel breve volgere di pochi minuti è stato programmato immediatamente un incontro con gli organi competenti e dopo due ore di dibattito si è deciso che a prendere una decisione deve essere l'Osservatorio per le manifestazioni sportive e che la card poteva essere nel frattempo venduta ai tifosi.
Un incontro che ha dato subito una via d'uscita, ma che certamente non ha avvicinato le due parti. Non è dato sapere, però, quando l'osservatorio si pronuncerà a tal proposito.
La campagna per la vendita delle fidelity card era stata annunciata insieme alla vera e propria campagna abbonamenti e sul sito del Taranto era state pubblicate le cifre per ogni settore dello stadio e le condizioni per acquistare la card. I dirigenti ci stavano lavorando da tempo ed ecco che prima che cominciasse ufficialmente la stagione il progetto viene varato. Con la card “Taranto siamo noi. Tutti noi” si concedevano dei vantaggi ai tifosi che l'avrebbero acquistata: vendita dei biglietti a prezzi bloccati e ridottissimi per i settori di curva nord, gradinata e tribuna laterale entro il giovedì e per sedici partite, riservandosi una giornata “pro Taranto”. Ma con la card si avrebbe diritto di sconti ed agevolazioni nell'acquisto di beni presso i negozi convenzionati. Tutto regolare? Per la Questura no.
Ed allora parte con il piede sbagliato quel progetto che i D'Addario avevano preparato per i tifosi. Lo avevano annunciato da tempo, da quando fu necessario per i tifosi possedere la tessera. Una card (che anni fa prese piede anche con l'ex presidente Luigi Blasi, ma con condizioni differenti) che avrebbe non solo avvicinato i tifosi, ma che avrebbe offerto dei vantaggi e dei benefit non indifferenti. Chissà che avranno intravisto gli uomini della Questura, fatto sta che l'iniziativa stava per essere bloccata sul nascere. E chissà quale sarà il parere dell'Osservatorio.
I dirigenti rossoblù avevano fissato il prezzo della fidelity card in 85 euro, sperando che affluisse maggior pubblico allo stadio, tanto è vero che per i biglietti sono previsti dei prezzi stracciatissimi. Non era l'unica iniziativa per riempire lo “Iacovone”, anzi il presidente Enzo D'Addario ha fatto tutto il possibile per rendere lo stadio più fruibile e capiente. E la particolare tessera, che non è magnetica, doveva essere la classica ciliegina sulla torta. Ora si attendono le decisioni. Ieri in serata era previsto un comunicato della società di via Martellotta sul loro sito, ma c'era in concomitanza anche l'amichevole con il San Donà Jesolo ed è probabile che sia emanato nella mattinata di oggi. Non è dato sapere perchè la Questura si sia insospettita per vietare la vendita, ma si cercherà di fare luce ed a questo punto l'opinione dell'osservatorio dovrà mettere tutti d'accordo (anche su questo c'è molto da discutere: un'opinione non vincolante non deve affatto mettere tutti d'accordo. Ma chi è l'Osservatorio? Il Padre Eterno? E' un semplice organo consultivo, punto e basta. Posso tenere conto dei suoi pareri, ma se danneggiano la mia libertà imprenditoriale posso anche fregarmene!).

 

Carlo GRECO