Molti ricorderanno Fiorentina-Cesena dello scorso campionato: la trasferta inizialmente libera, poi il divieto, i cesenati che si recano ugualmente a Firenze e la Polizia che li allontana nonostante fossero in possesso di regolare tagliando. A parte i risvolti della vicenda, ancora in corso, la cosa importante sarebbe che tutti si muovessero anche sul fronte legale, perché le battaglie civili non si vincono certo con gli slogan e parlare ai "loro" portafogli è l'unico linguaggio per farsi capire. Tra tante risposte vaghe una certezza: il Ministero dell’Interno ha preso ufficialmente atto che circa 220 persone sono state allontanate lo scorso 13 novembre da Firenze, pur essendo in possesso di un titolo (regolarmente acquistato) per assistere alla partita Fiorentina-Cesena. Il caso è quello dei 60 tifosi che chiedono, tramite l’avvocato Riccardo Luzi, di essere ripagati, anche per il tempo perso ed i danni morali subiti quando arrivarono in Toscana senza poter vedere la gara. E’ uno degli effetti più appariscenti emersi lo scorso anno tra le problematiche legate alla tessera del tifoso. Non l’unico problema verificatosi, al Manuzzi come lontano dalla Romagna.Il questo caso, nei primi giorni di prevendita, non c’erano divieti. La TicketOne allora a Savignano Mare vendette 220 tagliandi a non tesserati, tra cui molti ultras.A metà settimana arrivò l’Osservatorio sulla sicurezza. A vietare la trasferta ai non tesserati. Ma, forti del titolo “preso per tempo” quei 220 partirono comunque per Firenze. I più vennero allontanati all’ingresso della curva ospiti e tornarono subito in Romagna. Una sessantina, anche per protesta, si mossero verso Firenze. Di qui cercarono di vedere il match da un bar ed alla fine anche loro vennero scortati dalla polizia fuori Firenze.Quando arrivò lo stop alla trasferta le società si attivarono per comunicarlo nella maniera più ampia possibile. Così come venne detto che era possibile farsi rimborsare il biglietto: «Ma giuridicamente - spiega l’avvocato Luzi - una persona una volta che ha legalmente acquistato un biglietto per una manifestazione sportiva, non è tenuto a sapere se sia valido o no tramite i media. Una persona si reca presso un esercizio pubblico, per assistere a una manifestazione a pagamento ed ha poi in mano il titolo abilitativo all’ingresso. Se chi ha venduto il biglietto ha fatto male, anche se in buona fede, non posso pagare io acquirente del biglietto».L’avvocato Luzi ha scritto a Figc, Prefettura di Firenze, Ministero dell’Interno, alle società calcistiche ed alla TiketOne. A tutti chiede (in solido) il risarcimento dei suoi assistiti. «La TiketOne ha detto di aver passato la pratica ai suo studi legali». Se lei o altri non pagheranno i 60 ricorrenti, l’avvocato Luzi sarà costretto ad intentare causa per ottenere quanto chiesto. «Le risposte degli altri attori di questa vicenda? In gran parte sono arrivate. Ognuno da la sua versione».La Prefettura di Firenze ha sostenuto che la trasferta era vietata. Anche se ad inizio settimana era libera ed i biglietti erano in vendita libera, gli è stato eccepito.Il Ministero ha risposto tramite la stessa Prefettura. Confermando i fatti così come avvenuti.Ha messo nero su bianco come la TicketOne abbia venduto 220 tagliandi “senza tessera” e come per questo sia stata successivamente anche denunciata (lo scorso 21 febbraio). I nominativi su questi biglietti erano prevalentemente stati fatti a persone dei gruppi organizzati Wsb, Viking e Bellaria. Il giorno della gara, nel prefiltraggio lato curva ospiti, il Ministero dice che la polizia ha attivato un’opera... «Di “convincimento” durata per circa 30’, grazie alla quale la maggior parte dei proprietari dei biglietti “senza tessera” sono tornati verso la Romagna. Altri 60 posteggiato a Santa Maria Novella la propria auto, hanno visto la gara in un bar prima di andar via verso le 21».L’Ac Fiorentina ha risposto alle richieste di risarcimento dicendo di aver fatto ogni cosa possibile sul piano dell’informazione. Per comunicare come la trasferta “senza tessera” fosse stata vietata. La Figc, invece, ha risposto di non avere titoli per entrare nel caso. Che non c’entra nulla, insomma. Anche se, è la tesi che muove la richiesta risarcitoria la vendita dei biglietti per la gare calcistiche è una sua prerogativa. |