Riparte la folle carovana biancorossa, nelle libere radure delle “scampagnate” estive, lontano da tessere, tornelli e qualsivoglia stronzata repressiva. Qualcuno, impaziente del dolce sapore di liberta’, decide addirittura di accamparsi in quel di Rivisondoli con un paio di giorni d’anticipo rispetto alla prima partita, andando di fatto ad unirsi nelle notti di plenilunio all’ autoctona fauna locale e, improvvisamente, la vicina stazione di Carabinieri viene allarmata dall’aumento di avvistamenti di “orsi” prossimi al centro abitato. Cosi, fra una “lussuosa” piscina e un tiro con l’arco, in questo gioco al massacro di primitivi bagordi notturni, il delirio continua incontrastato. Tre volte nel giro di una settimana ci rechiamo nella ridente localita’ dell’aquilano e, oltre ad un tifo indemoniato, riappropriatosi degli strumenti ad esso piu’ consoni, che accendono gli animi in un meraviglioso corollario biancorosso, costante e puntuale risulta essere anche l’impegno nello sconvolgimento della pacifica tranquillita’ di residenti e vacanzieri, dall’arrivo di quest’orda di barbari. Nella trasferta infrasettimanale di Avezzano formiamo un bel gruppo quadrato e impostato, voglioso di confrontarsi non solo sugli spalti, speranzosi di un colpo d’orgoglio marsicano che non ci sara’. Ci rimane una bella serata, senza limitazioni di tessera, con un ottimo tifo, tanti sorrisi e la convinzione che ci siamo, belli convinti, in tutti i sensi, pronti a ripartire e ad affrontare tutte le avversita’ che ci si pongono davanti, pronti ad affrontare le difficolta’ delle nostre scelte e a difendere il nostro essere e la nostra appartenenza. Pronti a viaggiare senza tessera, a testa alta.