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De Gennaro assolto dal G8 punta a Finmeccanica

 

Da quando, come capo della polizia nel 2005, Gianni De Gennaro trasferì il fidato Luciano Pucci dal Viminale a Seicos, il disegno del controllo di tutte le forniture della sicurezza nazionale da parte di chi stava collocando i suoi uomini (in gran parte indagati per i fatti del G8 di Genova) ai vertici di tutti gli apparati delle forze dell’'ordine e dei servizi, apparve chiaro almeno a chi voleva vedere. Ora, messo da parte Berlusconi e assolto in Cassazione il prefetto imputato, la strada per mettere le mani sull'’apparato militare industriale italiano terremotato dalla corruzione si riapre.
Un quadro politico-giudiziario favorevole. Certo nel nuovo governo non c'’è la prevista coppia Gianni Letta e Giuliano Amato, che avrebbe messo il turbo nell'’operazione, ma il quadro politico-giudiziario è favorevole. Entrambi gli amici sono consiglieri molto ascoltati sia dal premier Monti che dal capo dello Stato e soprattutto l'’ammiraglio Gianpaolo Di Paola, amico tra i più amici, è Ministro della Difesa, e non è poca cosa. Amato poi, in particolare, nominò De Gennaro capo della polizia nel 2000 e nel 2007, ritornato al Ministero dell’'Interno con Prodi, lo promosse con un quasi golpe capogabinetto del suo Ministero, proprio all’'indomani – guarda caso - dell’'iscrizione del capo della polizia nel registro degli indagati per il depistaggio nel processo per l’'assalto alla scuola Diaz, da cui ora è stato assolto in via definitiva.
L'uomo più potente degli apparati di sicurezza. Oggi non c’è uomo più potente negli apparati di sicurezza, sia per il controllo assoluto dei servizi segreti attuato attraverso una riforma bipartisan cucitagli addosso a pennello, sia per l'’esplicito sostegno statunitense (vorrei ricordare che il nostro è l’'unico poliziotto al mondo non americano ad aver vinto il premio Fbi): una garanzia che le commesse di Finmeccanica continuino a guardare oltreatlantico più che al vecchio continente.
Ovviamente è difficile sapere se questo progetto vedrà la luce, ma il momento è propizio per ‘mettere ordine’ in un settore delicato come Finmeccanica che, oltre agli armamenti, gestisce o si prepara a gestire la strumentazione antiterrorismo e per il contrasto dell'immigrazione clandestina (ancora valido è il progetto di muro elettronico in Libia, concordato con Gheddafi per intercettare i profughi dall’'area subsahariana), la sorveglianza delle reti informatiche e delle infrastrutture strategiche (porti, aeroporti, gasdotti), nonché la gestione delle intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura. E De Gennaro è l'’uomo più adatto.
Come spazzò via la concorrenza del Sismi. Qualcuno si ricorderà, a tal proposito, come fu spazzato via l'’apparato del Sismi del generale Pollari e dei patetici ritagli di giornale di Pio Pompa dalla corazzata Pucci-Tavaroli messa in piedi nel 2004 al Viminale (ossia il supercervellone elettronico prodotto da Telecom che forse qualcosa riguarda le cosiddette ‘fughe di registrazioni’ di cui spesso si parla), che consentì di spiare –illegalmente - per due anni persino il capo dei servizi segreti in carica, le cui spie spiavano –abusivamente - magistrati e giornalisti. …Ora, per lo spoil system prodotto nell’'intelligence italiana dal supercapo, a nessuno interessa – - aldilà della retorica patriottica e guerrafondaia delle istituzioni, Napolitano in capo - se sono lasciati allo sbaraglio militari e civili nei teatri di guerra, ma tant'’è.
Ombre inquietanti sull'’ordine pubblico. Le recenti vicende che hanno riguardato la gestione dell’'ordine pubblico, dalla Val di Susa al corteo di Roma del 15 ottobre, lasciano intravedere a mio avviso la marcia verso ‘il riscatto’ di polizia e carabinieri di fronte all'’opinione pubblica, costruita da De Gennaro e Manganelli: siamo noi ad essere aggrediti, spopolano i violenti, destra e sinistra ci chiedono di intervenire, persino settori di manifestanti si appellano a noi per difenderli. Con buona regia, come sempre, del quotidiano ‘la Repubblica’. Con le possibili rivolte sociali che si potranno produrre di fronte alle misure draconiane da applicare ai cittadini italiani, solitamente i più deboli, c'’è un bel programma in vista: siamo finalmente in buone mani. Un po'’ meno, temo, lo è la democrazia.

 

Gigi Malabarba