NOI VOGLIAMO UN CALCIO PULITO! |
TRATTO DA "NON C'E' FEDE SENZA LOTTA" N°62 |
|
TERAMO - PRATO 2015/16 |
Negli anni, tante volte, abbiamo battuto il martello, rendendo pubblico, in chilometrici scritti, lo schifo che nutriamo nei confronti di questo enorme carrozzone che non ha piu’ nulla a che vedere con lo sport popolare del quale ci siamo innamorati da bambini. Potremmo fare come fanno in tanti, fregandocene e girando lo sguardo da un’altra parte, ma rimaniamo qua’, per quella maglia che ci appartiene, per difendere quei valori e quel modo di vivere lo stadio, che un tempo hanno fatto si che questo diventasse lo sport piu’ bello del mondo e che, oggi, rappresentano meravigliose “azioni di disturbo” per gli interessi di chi vorrebbe trasformare quella stessa passione in un prodotto, che si acquista e si vende. Si lamentano degli stadi vuoti, adesso che le televisioni fanno pressione, perche’ nessuno aveva tenuto conto che il “prodotto” andava venduto con il suo pubblico: si sono inventati di tutto, per anni, affinche’ si rendesse invivibile lo stadio, per scoraggiare sempre piu’ gente a gremire gli spalti, in cambio del divano delle pay-tv. Ma adesso che il mercato si e’ globalizzato, il “prodotto calcio italiano” all’estero non si vende piu’, gli stadi sono vuoti. Anche chi guarda una partita in televisione e’ meno invogliato a farlo, se lo spettacolo offerto e’ quello di uno stadio mestamente vuoto perche’, in fondo, come diciamo da anni, il calcio senza il colore e la passione della gente, senza le curve e i suoi Ultras, non ha alcun senso. E allora sotto con la puttanata delle famiglie da riportare all’ovile, delle promozioni simpatia, delle retoriche ridondanti quanto sterili, che parlano di rispetto, dei loro falsi miti, insomma, a cui fanno da contraltare reali introiti, da tenere bene a mente. L’abbiamo predicato per anni e quello che e’ successo quest’estate a Teramo e’ la riprova di come nessuno si salvi da questo schifo! Pretendiamo che la nostra societa’ sia pulita e che tutti quei soggetti coinvolti tolgano le tende al piu’ presto e rinuncino definitivamente a voler rappresentare la nostra gloriosa maglia, infangata in nome del raggiungimento di un risultato senza il quale, peraltro, non sarebbe morto nessuno, se non fosse che, attraverso quello stesso risultato, qualcuno avrebbe finalmente colmato le aspirazioni del proprio io e, soprattutto, si sarebbe riempito pure le tasche con i milioni, tanti, che il sistema calcio avrebbe puntualmente elargito. Vogliamo, vogliamo, fermamente vogliamo… ma poi ci guardiamo attorno e ci assale la voglia irrefrenabile di puntare il dito sulla coscienza sporca di molti, che frequentano i nostri stessi gradoni. Non ci ergeremo certo a profeti del buon vivere, non abbiamo mai avuto la presunzione di farlo, ma crediamo fermamente che se davvero reclamiamo un calcio pulito, se davvero pretendiamo che qualcosa cambi, noi tutti dobbiamo essere i primi a cambiare! Solo attraverso l’atteggiamento di ognuno di noi, propositivo e coerente con le proprie scelte, lasciando che le cose partano e prendano forma dal basso, si dimostra che, a quello che si dice, segue sempre quello che si fa. Gli uomini valgono la loro parola, il resto, per come la vediamo noi, sono soltanto chiacchieroni. Quanti si riempiono la propria bocca, esternano il proprio disappunto per il marcio imperante nel mondo del calcio e poi, come se niente fosse, come se non si rendessero conto delle conseguenze dei propri gesti, rimpinguano le casse delle pay-tv con i propri abbonamenti? Quanti affollano le sale scommesse? Ormai non c’e’ via di questa citta’ che non ne abbia una! Ci sono interi quartieri dove non ci sono i servizi essenziali, ma c’e’ la sala scommesse, questa attrattiva del soldo facile! Quale mercato pensano di finanziare quelli che ci entrano con i propri spiccioli? Lo stesso mercato di coloro che hanno reso il nostro calcio uno schifo, di quelli che lo hanno reso uno sterile ed insulso prodotto economico, che sfrutta la passione della gente, offendendo quella stessa passione e l’intelligenza di ognuno, solo ed esclusivamente per gli interessi di pochi. Ripetiamo, non giudichiamo l’esistenza di nessuno, ma invitiamo a riflettere per far si che quello che si dice e si pensa, sia poi anche quello che si fa, consapevoli che, forse non cambieremo il mondo solo con le nostre azioni e, probabilmente, non fermeremo neanche questo enorme circo, questa immane emorragia di sentimenti sacrificati sull’altare dei ricavi miliardari dei potenti del pallone, che vanifica ogni ricordo, ogni spunto di un calcio che fu, per una nazione intera, veicolo simbolico di reali emozioni, ma potremo andare avanti con la piena coscienza che, almeno, con le nostre azioni si possa davvero provare a rendere migliore quello che ci circonda. |